Sotto la pioggia gentile




Sinossi.

Un romanzo lirico, sentimentale e ricolmo di grazia, che esplora il peso che gli amori e le amicizie del passato continuano ad avere sulla nostra vita.

Il viaggio alla ricerca di una donna che Kristófer pensava scomparsa dalla sua vita per sempre. Tra il fascino scandinavo dell’Islanda e l’incanto del Giappone, una meditazione toccante e poetica sulle occasioni perdute e il riverbero, implacabile, dei ricordi. Con l’arrivo della pandemia, Kristófer, vedovo di 74 anni, è costretto a chiudere il suo ristorante a Reykjavík, sprofondando in una spirale di incertezza e malinconia. Fino a quando un messaggio su Facebook di Miko Nakamura, una donna che aveva conosciuto da giovane a Londra, lo trascina inesorabilmente in una storia d’amore che credeva di aver dimenticato e lo costringe a partire, dopo tanti anni, per il Giappone. In un itinerario che lo porterà non solo a rivedere Miko, ma anche a ripercorrere più di cinquant’anni della sua esistenza. Lirico, sentimentale e ricolmo di grazia, un romanzo che esplora il peso che gli amori e le amicizie del passato continuano ad avere sulla nostra vita. «Forse credevo di lasciarmi alle spalle quella città, con tutto ciò che aveva attinenza con essa; forse credevo che con il tempo sarei riuscito a ricominciare daccapo. Ma l’ho portata con me, allo stesso modo dei libri che avevo chiuso nello scatolone, e della tazza da tè che ho tenuto in mano per tutto il volo, la stessa che stamattina ho lasciato sul tavolo della cucina. Nel mio bagaglio ho messo la città, i ricordi, la gioia, la tristezza, la rabbia… e quell’amore che mi è stato d’ostacolo in tante cose, per tutti questi anni».

 SOTTO LA PIOGGIA GENTILE

di Ólafur Ólaffson

Einaudi 2023

Collana Stile libero big

Alessandro Storti ( Traduttore )

Narrativa straniera, pag.272

 Recensione di Simona Burgio

“Una burrasca causa un naufragio, le correnti portano i legni a riva. Il sole sorge, il sole tramonta.” 

Per Kristófer, un ragazzo di ventitré anni, la burrasca che stravolge la sua vita ha le sembianze di una ragazza giapponese di nome Miko. Solo uno sguardo tra di loro e, da quel momento, la sua vita subirà le conseguenze di quell’incontro.
Cinquant’anni dopo, Kristófer, orami settantenne, decide di chiudere il suo ristorante per via della pandemia che ha messo in ginocchio l’economia mondiale. È vedovo, la sua figliastra non lo sopporta granché, ma è circondato da tanti amici. Riflette sulla sua vita, sugli eventi che lo portarono a tornare in Islanda, tira le somme di una vita relativamente tranquilla. Sembra tutto giusto, fino a quando legge una notifica su Facebook.

Sono Miko, tu sei quel Kristófer Hannesson che nel 1969 abitava a Londra?

Sembra che il tempo non sia mai passato e cinquant’anni vengono spazzati via dal messaggio di una donna della quale lui non ha mai parlato a nessuno. 

“Pochissime persone lasciano un’impronta profonda, là dove hanno posato il piede.

Miko ha lasciato in Kristófer un’impronta indelebile nel cuore che lo porterà a intraprendere un viaggio dall’Islanda al Giappone per chiudere i ponti con il passato, per ripercorrere cinquant’anni di cambiamenti che interrompono la vita per un istante, per poi scorrere via, cadere nell’oblio, o continuare a vivere solo nella memoria. 

Il protagonista racconta la storia del grande amore che credeva di aver dimenticato. Kristófer affronta il passato vivendo il presente, cerca parole capaci di colmare una lacuna di mezzo secolo, ma non ne esistono. Esistono solo i sentimenti, quelli immutati che prova per Miko.  

L’autore torna indietro nel passato, descrive momenti storici terribili partendo dalla bomba che distrusse Hiroshima nel 1945. Dà voce ai superstiti di quel mostruoso evento e, attraverso i ricordi di Miko, esprime il suo dolore per essere stata una hibakusha, una sopravvissuta. Ho apprezzato le tante informazioni sulla cultura giapponese, come l’arte di comporre un haiku, componimento che si è perfezionato in Giappone nel XVII secolo, composto da tre versi. 

Fa sera presto

Sotto stelle lucenti

Lampioni accesi

Un romanzo bellissimo che poteva essere magnifico se l’autore avesse scelto un ritmo diverso, più lento e analitico. Descrive i fatti narrati dal punto di vista di Kristófer senza seguire un ordine cronologico, ma questo non è un problema dato che l’autore può decidere di non rispettare un ordine degli eventi.
La vera incognita è la velocità con la quale passa da un salto temporale all’altro dando l’impressione che passato e presente corrano su binari paralleli, non dà il tempo al lettore di abituarsi al cambio di rotta. A parte questo neo che ha rallentato la lettura, è un romanzo che descrive l’amore in modo minuzioso e poetico. 

“Se un pensiero non è ancora tradotto in parole non si riesce a elaborarlo: è come un nemico invisibile, non si può ridurlo al silenzio, né parare i suoi affondi.” 

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Ólafur Jóhann Ólafsson 


(Reykjavík, 1962) è autore di sei romanzi. Vive tra l’Islanda, Sag Harbor e New York. Einaudi ha pubblicato Sotto la pioggia gentile (2023).

A cura di Simona Burgio 

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