I Lupi di Venezia




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Alex Connor

Editore: Newton Compton

Traduzione: Tessa Bernardi

Genere: giallo storico

Pagine: 384

Anno di pubblicazione: 2109

Sinossi. Venezia, XVI secolo. La dura vita di bottegai, prostitute, schiavi ed ebrei del ghetto contrasta con l’abbagliante ricchezza della città lagunare, meta di mercanti provenienti da ogni parte del mondo per fare fortuna. Ma alla prosperità, si sa, si accompagna spesso la corruzione. In un’epoca in cui l’inganno, la malizia e la perversione prosperano al pari dell’arte e della filosofia, i lupi hanno vita facile. Sono individui spregiudicati, che si muovono famelici, fiutando le migliori opportunità per acquisire sempre più potere, coinvolgendo ignare pedine nelle loro oscure trame. Marco Gianetti è un assistente del Tintoretto, Ira Tabat un mercante ebreo: i loro destini stanno per piegarsi al volere di individui molto in vista, come il poeta Pietro Aretino, la cortigiana Tita Boldini e la spia Adamo Baptista. Il ruggito del leone di Venezia sembra essersi placato, ora che i lupi sono a caccia.

Recensione

Ci troviamo a Venezia, nella metà del 1500. La Repubblica comincia a sentire gli effetti delle nuove rotte di navigazione, pur mantenendo ancora una sua valenza politica e commerciale. In questa cornice storica vediamo muoversi due grandi pittori come Tiziano e Tintoretto che si contendono a suon di pennello incarichi di spicco. Conosciamo subito Marco Gianetti, figlio del nobile Jacopo, che viene accolto nella bottega del Tintoretto anche se il suo talento non è tale da offrirgli un concreto futuro artistico. Veniamo a sapere che il padre di Marco non lo stima e quasi non gli rivolge la parola.

Il risentimento ha origini lontane, ed è causato dal fatto che la madre è morta poco dopo averlo messo alla luce. Il giovane stringe amicizia con un medico ebreo, Ira Tarbat, e Rosella, la semplice ma affascinante sorella che posa per Tintoretto. Ma il giovane fragile e insicuro un po’ alla volta finisce nella rete di Pietro Aretino, scaltro e corrotto poeta alla corte del Doge. Purtroppo entrare nell’entourage dell’Aretino e del suo socio Adamo Battista non è una mossa scaltra. Il prezzo da pagare è alto e Marco perderà amicizia importanti come quella di Ira e di Rosella. Nel frattempo scompare Gabriella Russo, domestica di una veditrice di stoffe, Marina Castilano.

Pochi giorni dopo il suo corpo verrà ritrovato in acqua orrendamente mutilato. Il delitto sembra connesso ad altri avvenuti in Europa e coinvolge uno strano personaggio che si aggira per Venezia, l’olandeseDer Witt. Misteriosi indizi portano a un gruppo chiamato i “lupi” che seminano odio e morte. Tra nobili e cortigiane, pittori e mercanti la vicenda procede incalzante, ma il finale aperto lascia intendere che la partita sia ancora tutta da giocare.

Chi sono i misteriosi lupi che si aggirano per Venezia, o forse per l’Europa, responsabili di intrighi e omicidi?

Perché solo citarli è fonte di pericolo?

Questi e altri interrogativi restano sospesi in attesa del seguito, la seconda parte di quella che si presenta come una trilogia.

Come usuale nei libri della Connor, la narrazione ruota attorno all’arte. In questo caso siamo condotti nella bottega del Tintoretto dove possiamo seguire le diverse fasi del suo lavoro: dalla preparazione dei colori alla creazione dei piccoli modelli in scala che rappresentano la scena che verrà poi dipinta.

È interessante vedere come Tintoretto e il suo “avversario” Tiziano interagiscano con gli altri personaggi del testo, alcuni inventati altri effettivamente vissuti in quell’epoca come Pietro Aretino. Possiamo così osservare le scaramucce tra i due pittori che si contendono i favori dei potenti in modo diametralmente opposto. In parallelo alla vicenda, per così dire, artistica siamo coinvolti anche da quella investigativa, alla ricerca dei colpevoli degli inquietanti omicidi.

Venezia, la signora dei mari in lento declino, è evocata in sottofondo come un personaggio mai invadente, una Venezia più fantastica che reale dove quello che conta è la suggestione di un’atmosfera e non la precisione del dettaglio storico o architettonico.

Attendiamo il seguito…

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

Alex Connor


è autrice di thriller e romanzi storici ambientati nel mondo dell’arte, tutti bestseller. Lei stessa è un’artista e vive a Brighton, nel Sussex. Cospirazione Caravaggio, uscito per la Newton Compton nel 2016, è diventato un bestseller ai primi posti delle classifiche italiane. Con Il dipinto maledetto ha vinto il Premio Roma per la Narrativa Straniera. La Newton Compton ha già pubblicato la sua trilogia su Caravaggio.

 

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