Intervista a Stefania Nascimbeni




A tu per tu con l’autore


 

Cara Stefania, partiamo dal tuo ultimo libro. È emozionante e tocca temi delicati. Quanto è difficile essere donna oggi e poter conciliare i vari aspetti di se stessa con una società che a volte non è pensata a misura di donna?

Sono seduta in cucina, con il laptop davanti, dietro di me c’è ancora il fumo del minestrone che ho bruciato poco fa, mentre stendevo il bucato sul terrazzo. Accanto a me ci sono: un pacchetto di crackers e la bresaola, mia figlia che si imbratta di omogeneizzato alla pera, seduta sul seggiolone, mio figlio più grande che mangia la pastasciutta e controlla il diario dei compiti che come sempre è incompleto, perciò ho anche la chat delle mamme sotto mano, chat dove ogni due giorni chiedo qualcosa, perché non ho capito qualcosa. In tutto questo mio marito è in soggiorno a fare smart working. Qual era la domanda?

La tematica dell’anoressia. Un tema delicato che hai trattato in maniera splendida, che purtroppo non sempre viene compreso. La tua protagonista ne esce anche grazie alla psicoterapia e scopre anche molte cose di se stessa. Vuoi aggiungere qualcosa?

La psicoterapia è un percorso molto lungo che ho intrapreso tanti anni fa per curare lo stesso disturbo della mia protagonista; ebbene sì, anche io ho sofferto di anoressia (e bulimia) ma come potete vedere sono guarita. La psicoterapia è un regalo che tutti dovrebbero farsi almeno una volta nella vita, se fatta bene può davvero accelerare il processo di comprensione di se stessi, che tanto arriva prima o poi, ma molto spesso troppo tardi. Il mio psicoterapista diceva: “La nostra felicità dipende da quanto meglio riusciamo a porci vicino al nostro vero essere”.

Hai scritto altri libri, cosa hanno in comune con Happy Hippy Family?

Ho scritto un libro per ogni fase cruciale della mia vita, perciò ti direi che mi rappresentano un po’ tutti, e più nessuno, ma adesso che sono più adulta (ho 40 anni, due figli, due matrimoni…) preferisco trattare temi legati alla famiglia e ai sentimenti importanti. Prima erano più commedie scanzonate dove le protagoniste erano giovani, in cerca del loro posto nel mondo. Quasi tutti sono ambientati a Milano, la mia amata città.

A quali autrici o autori ti ispirano nella scrittura, quali sono i libri che preferisci?

Nonostante io scriva romanzi femminili, in realtà amo la letteratura storica, sono un’appassionata di biografie e racconti di vita antica. Il mio idolo è Alberto Angela, ha reso la storia così pop. A chi mi ispiro non l’ho ancora capito. Chi ammiro moltissimo, però, sono due autrici di romanzi d’amore bestseller, Sara Rattaro e Federica Bosco.

Come è nata l’idea di questo libro?

Ero incinta del secondo figlio. Al terzo mese mi dicono che forse la bambina ha un cromosoma sballato, ma mi chiedono di aspettare fino al quinto mese e mezzo, dopo tutta una serie di controlli, prima di gettare la spugna. Non potendo e non volendo deprimermi, anche perché avevo già un altro bambino da crescere, ho aperto il computer e ho iniziato a scrivere questo libro, dove c’è davvero molto di me stessa, è stata la mia salvezza. Comunque è andato tutto bene e al quinto mese, per festeggiare, mi sono pure iscritta in palestra!

Ho amato moltissimo il libro e penso che ogni donna possa essersi riconosciuta in almeno un aspetto, in una fragilità della protagonista. Se potessi dire qualcosa alle tue lettrici alle sarebbe il messaggio?

Vorrei dire loro che tutto può cambiare, in qualsiasi momento: circondatevi di amici, imparate e ridere di voi stesse, non smettete mai e ripeto mai di amare! Questo libro è un monito alla speranza, perché se ce l’ha fatta la mia protagonista (e io con lei), una donna assolutamente normale, ce la possono fare davvero tutte.

Stefania Nascimbeni

Barbara Aversa Pacifico

 

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