L’albero dei mandarini




Recensione di Francesca Marchesani


Autrice: Maria Rosaria Selo

Editore: Rizzoli

Genere: Narrativa

 Pagine: 348

Pubblicazione: Aprile 2021

Sinossi. Maria Imparato è cresciuta in una casa piccola e affollata, con un albero di mandarini proprio al centro del cortile. Ha mani da sarta, una massa di capelli scuri, il corpo sottile di chi ha conosciuto la fame e il calore di Napoli che le scorre nelle vene. Quando incontra Tonino Balestrieri, la guerra è finita da poco e sognare sembra di nuovo possibile: quel ragazzo di buona famiglia, bello ed elegante, non ha occhi che per lei. Per diventare sua moglie, Maria dovrà sfidare l’ignoranza della gente dei vicoli e il pregiudizio dei quartieri alti, e infine emigrare in Brasile, con un oceano a separarla da tutto ciò che ama. Ma la miseria torna sempre a galla, come la schiuma del mare. A Rio de Janeiro, insieme a Tonino, la aspetta Severina, elegantissima e spietata, una suocera dagli occhi di serpente disposta a tutto pur di scacciarla via. Maria sa che il futuro si affronta senza paura, e per la sua libertà è disposta a lottare. «Se tieni delle ferite devi guardarci dentro» si dice, «perché è là che ci trovi la bellezza.» Sarà il suo passato a darle la forza per andare avanti, per sfidare il destino e ripartire ancora una volta. La sua storia attraversa il Novecento come un’onda ribelle e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.

Recensione

Non sarà facile da recensire questo libro, è stata davvero una storia straziante.

Ma servono anche queste storie qui. La protagonista di questo romanzo è Maria, napoletana, in lite continua con sua madre che sembra non voglia mai dargliene una vinta.

Siamo nei primi anni del novecento nell’arido mezzogiorno devastato dalla guerra e dalla fame. Ma Maria ancora non vede la desolazione che ha davanti, è giovane e ha voglia di vivere e di innamorarsi.

Crede di aver trovato l’amore in Tonino. Ma poi succederà qualcosa che le farà cambiare idea, e dovrà cedere nuovamente il suo cuore e la sua fiducia anche a qualcun altro rimanendo sempre, irrimediabilmente, ferita. Capisce poi, crescendo che una donna deve bastarsi da sola.

Certo, le sarebbe piaciuto sposarsi e avere figli, ma prima di tutto deve realizzarsi per essere indipendente.

Così si costruisce la sua piccola attività, modesta ma è pur sempre qualcosa. Ed è proprio lì, quando è convinta di aver trovato il proprio equilibrio, che qualcuno tornerà dal suo passato a cambiarle le carte in tavola.

In queste pagine si intravede sempre uno sprazzo di speranza che sembra andare sempre più lontano, come provare a toccare un fiocco di neve o una bolla di sapone. L’autrice ha una penna instancabile e che non lascia spazio a dubbi.

Ma soprattutto è riuscita a rendermi antipatico un personaggio in una maniera che forse non avevo mai provato. Una lettura da divorare e che, sinceramente, mi ci voleva proprio. 

Maria Rosaria Selo


Maria Rosaria Selo (Napoli, 1961) è scrittrice e sceneggiatrice di cortometraggi e documentari. Ha pubblicato: iosonodolore (Kairòs 2013), La logica del gambero (CentoAutori 2015), Le due lune e la raccolta contro il femminicidio Non una di più (Guida Editori). Con la raccolta di racconti La donna immaginaria ha vinto il premio Anna Maria Ortese.

 

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