Supereroi




Recensione di Francesca Marchesani


Autore: Paolo Genovese

Editore: Einaudi stile libero big

Collana: Stile libero big

Genere: Narrativa

Pagine: 288

Pubblicazione: Novembre 2020

Sinossi. A tenerli insieme è un’incognita che nessuna formula può svelare. Quante possibilità ci sono che le esistenze di due persone, sfioratesi appena in un giorno di pioggia, si incrocino per caso una seconda volta? Cosí poche da essere statisticamente irrilevanti, direbbe la scienza. Eppure ad Anna e Marco questo accade e riaccade. Ed entrambi si chiedono se a riavvicinarli di continuo sia un algoritmo, il destino o invece un sentimento tanto forte da resistere alle fughe improvvise, agli scontri, alla routine, alle incomprensioni e al dolore. Spostandosi avanti e indietro sulla linea delle loro esistenze, Paolo Genovese racconta gli istanti perfetti e i drammi di una storia d’amore bellissima, che sfida il tempo, fa riflettere e infine commuove. Una storia d’amore che solo due supereroi possono vivere.

Recensione

Dovete fare solo una cosa prima di leggere questo libro, comprare dei fazzoletti. Fatto? Bene!

Cos’altro ancora hanno da dire sull’amore questi scrittori moderni?

Ormai è già stato detto tutto, qualsiasi altra cosa potrà sembrare banale o scontata. Giusto? Sbagliato!

La storia di Marco e Anna non è idilliaca, non è perfetta, è questo che la rende assurdamente reale. Lei ha paura del futuro, dice che il passato non esiste e che vive solamente il presente, senza preoccuparsi del resto.

Lei disegna fumetti, è il suo modo di metabolizzare tutta la sua vita, le cose belle ma anche le delusioni, la tristezza, la solitudine. Lui invece è un fisico. Lo è diventato per rispondere alle domande che continuavano a frullargli in testa da quando era piccolo.

Qualsiasi cosa ha una spiegazione, tranne una che non segue alcuna regola o logica, e sappiamo già cos’è no?

L’amore, proprio quello. Però, grazie ad Anna, Marco comincia un po’ a capire come funziona, quasi fosse un’unità di misura. Lei invece si lamenta perché l’unica cosa che non riesce a disegnare è il tempo, impossibile. Perché ogni singolo momento passa mentre provi a metterlo su carta.

E così lui le dà cose da disegnare che, anche se non sono il tempo, sono meglio di esso. Perché gli danno un valore, lo rendono tangibile, reale. Degno di essere vissuto. Si compensano con i loro difetti, le loro manie e i loro ritmi mai uguali, che danno vita a una danza fuori sincro.

Ma come sono belli insieme. Sfido chiunque, guardando questa coppia a non empatizzare.

A non chiamare qualcuno con cui hai chiuso bruscamente per chiedere scusa, a chiudere il libro senza neanche curarsi del segnalibro per correre ad abbracciare il tuo compagno dall’altro lato del divano. Tempo ben speso, tempo guadagnato e ben investito quello impiegato a leggere questo libro.

 

 

Paolo Genovese


(Roma, 1966) è uno dei piú importanti registi italiani. Con Perfetti sconosciuti (2016) ha vinto il David di Donatello per il miglior film e la migliore sceneggiatura (quest’ultima premiata anche al Tribeca Film Festival). Ha poi scritto e diretto, tra gli altri, La banda dei Babbi Natale, Immaturi, Immaturi – Il viaggio, Una famiglia perfetta. Nel 2014 ha pubblicato con Mondadori Tutta colpa di Freud. Nel 2018 ha pubblicato con Einaudi Il primo giorno della mia vita. Vincitore del Vanity Fair Stories Award 2018 per aver scritto un libro di grande successo e aver dimostrato che la narrazione, quando è accompagnata dalla qualità, non conosce confini né impone limiti alla fantasia.

 

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