Uccidere ancora




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Patricia Gibney

Editore: Newton Compton Editori

Traduzione: Laura Miccoli

Genere: thriller

Pagine: 432

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Quando in una fattoria viene ritrovato il corpo di una donna riverso in una pozza di sangue, la detective lottie parker viene inviata nella remota campagna irlandese per indagare. La scena del crimine racconta di un’aggressione brutale: ci sono vetri rotti, sedie fracassate e un cadavere martoriato. Cosa può avere scatenato una rabbia così feroce? Un impermeabile nero pare l’indizio decisivo per identificare il killer, ma una scoperta sconvolgente cambia tutte le carte in tavola: l’omicidio pare legato a un caso risalente a molti anni prima, che ruotava intorno al manicomio di St. Declan, l’ultima indagine del padre della detective Parker, prima che si togliesse la vita. Mentre Lottie si interroga sugli oscuri segreti del suo passato, una ragazza scompare, e nel frattempo una persona orrendamente mutilata viene abbandonata sugli scalini dell’ospedale. Ed è subito chiaro che se vuole impedire all’assassino di uccidere ancora, la detective Parker dovrà affrontare una volta per tutte i suoi demoni personali.

Recensione

Che piacere incontrare nuovamente i personaggi di una serie che si è amato!

Lottie Parker e i colleghi della Polizia di Ragmullin tornano in libreria con una indagine che coinvolgerà a trecentosessanta gradi proprio la nostra detective protagonista, che abbiamo imparato a conoscere con i due precedenti romanzi.

Lottie Parker è una donna complicata. Ammetto che inizialmente non mi ha pienamente convinta. L’ho trovata sciatta, approssimativa, costantemente impantanata nelle problematiche tipiche di una madre single di tre adolescenti. Una che indossa quello che capita, spettinata, sempre di corsa, con una casa in perenne disordine, disorganizzata e assuefatta a pranzi e cene a base di cibi precotti.

Una che sguazza nella propria pesante imperfezione senza cercare di allontanarsene. Praticamente, una di noi! Ma forse quello che non mi ha convinto, alla prima lettura, è l’audacia dell’autrice di mostrarci il ritratto, impietoso, della nostra vita sempre in corsa! Non sempre fa piacere vedere le nostre mancanze negli occhi dell’interlocutore!

Già nella seconda indagine, tuttavia, ho rivalutato Lottie. Ho scoperto la sua bellezza, non solo esteriore, ma soprattutto la sua sensibilità e il suo desiderio di migliorare il mondo e i suoi abitanti, il suo slancio genuino verso il prossimo in difficoltà. E in questa terza indagine appare meravigliosamente completa. Senza filtri, senza paure, né tentennamenti. Così come Lottie,anche l’autrice dà il meglio di sé in questo romanzo.

Patricia Gibney è paragonabile a certi vini: migliora con il tempo!

In questo terzo capitolo ho trovato una maggiore sicurezza di sé, una spiccata consapevolezza del proprio talento e della propria capacità di incontrare favori nel pubblico dei lettori. Come se la sua penna fosse più sciolta, lontana dalle insicurezze e dalle insidie di chi teme il giudizio altrui. La scrittura fluida, l’incedere delle vicende, il carattere dei personaggi, i temi trattati e non ultimo, la capacità di mettere in gioco la sua protagonista, tutto mi ha parlato di un autore ormai maturo e pronto per nuove sfide.

Come dicevo, Patricia Gibney scommette una posta consistente su Lottie, permettendole di scoperchiare  un vaso di Pandora colmo di sorprese che riguardano la sua vita e il suo passato.

Tutto il romanzo è incentrato su di lei: non solo come detective, ma soprattutto come persona. Molti interrogativi sulla sua vita si sciolgono, in questo romanzo, mettendo a nudo verità scomode che l’autrice non teme di farci conoscere.

Si entra, dunque, in un territorio fatto di complicità con Lottie. Il lettore è comunque pronto a condividere ogni lato della sua vita, proprio perché l’ha vista crescere e prendere consistenza sotto i propri occhi.

Perfino i figli, perennemente impantanati nei loro assilli adolescenziali, si mettono da parte. Segno, direi, che anche loro sono cresciuti e si dimostrano maggiormente inclini a perdonare la loro mamma, sempre di corsa e spesso emotivamente a pezzi a causa del male con il quale viene giornalmente in contatto con il suo lavoro.

Lottie è pronta anche per l’amore. Per la prima volta è disposta a riconoscere di avere bisogno del calore delle braccia di un uomo. E chissà che vi trovi rifugio, in un futuro.

Per il resto, la storia si conferma molto ben costruita e anche piuttosto complessa. Molti i cattivi che condividono la scena, alcuni più degli altri, ma fino alla fine il vero colpevole non si appaleserà al lettore. Il passato di Lottie si intreccerà con le vicende investigative della squadra di Ragmullin e i colpi di scena saranno davvero clamorosi.

La Gibson,insomma, è ben lontana dal tradire le aspettative dei suoi lettori. Il romanzo è ottimo.

Una lettura piacevole e uno schema narrativo che ricalca i precedenti, che si mostra rassicurante come tutte le cose che si ripetono nel tempo.

Il libro si chiude con un grande interrogativo e con la curiosità che corre a mille, Parrebbe proprio presagire qualcosa di grande. Peccato dover smettere di leggere proprio adesso…

Insomma, ci toccherà avere pazienza. Ma noi sappiamo aspettare, se ne vale la pena, vero?

A molto presto, Lottie!

 

Patricia Gibney


Patricia Gibney proviene dal cuore dell’Irlanda. Ha tre figli e, dopo la perdita del marito, ha cominciato a scrivere a scopo terapeutico. La sua passione è diventata un’occupazione a tempo pieno quando ha deciso di affiliarsi all’Irish Writers Centre e ha cominciato a fare sul serio. Della serie incentrata sul personaggio di Lottie Parker, la Newton Compton ha già pubblicato L’ospite inatteso e Le ragazze scomparse.

 

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