Aperitivo all’arsenico




Sinossi. Il professor Corradi, docente universitario di chimica e scienziato di fama mondiale, viene trovato morto nel suo appartamento per avvelenamento da arsenico. La delusione per la recente mancata assegnazione del premio Nobel costituisce un buon movente e i riscontri investigativi paiono confermare l’ipotesi di suicidio. Secondo il commissario Negroni, però, c’è qualcosa che non quadra. Corradi viaggiava molto, aveva rapporti di consulenza con alcune industrie, gestiva ricchi finanziamenti alla ricerca, conduceva una vita libertina sia prima sia dopo la separazione dalla moglie e nutriva una singolare passione per le cacce al tesoro. Un manoscritto, al quale il professore lavorava da un anno, risulta misteriosamente scomparso. Un giornalista free lance, anche lui scettico riguardo all’ipotesi del suicidio, conduce un’inchiesta parallela e propone al commissario di darsi una mano a vicenda. Negroni inizia a seguire una pista. Affiora un intreccio di rivalità accademiche, intrighi e gelosie di amanti, brevetti industriali e grandi interessi economici. L’ipotesi del suicidio scricchiola sempre più. Si scatena una serie di omicidi. L’indagine si dipana tra Roma, Napoli e Monaco di Baviera. Il manoscritto di Corradi viene recuperato. Nello scenario di lobby industriali legate a clan camorristici, viene alla luce un traffico internazionale di rifiuti tossici e cocaina, e nella scia di connivenze e complicità, emergono tradimenti di insospettabili e morti dimenticate. Su un terreno divenuto molto scivoloso, gli omicidi trovano una spiegazione e i colpevoli vengono in un modo o nell’altro assicurati alla giustizia. Il suicidio di Corradi rimane ancora in cerca d’autore. Il commissario Negroni non si arrende e, seguendo l’unica traccia rimasta, ricostruisce la trama di una sofisticatissima, duplice, vendetta.

“Perché un chimico già candidato al premio Nobel aveva scelto di avvelenarsi con l’arsenico, pur conoscendo e avendo la possibilità di procurarsi sostanze letali più rapide e/o meno dolorose?”

APERITIVO ALL’ARSENICO A ROMA

di Dario Falleti

Frilli 2023

Noir, pag.320

 Recensione di Loredana Cescutti

Questo è un libro che mi ha incuriosita, da principio.

Questo è un romanzo che mi ha sconvolta, una volta giunta al termine, dopo.

Un personaggio che graffia, quello del commissario Negroni. Rude, di poche parole, ma sempre quelle giuste, solitario, apparentemente, che non cede alle lusinghe e che non ne fa pure molte, all’apparenza, con un’ironia che ti incenerisce lì dove sei ma, con dei principi solidi che non sono disposti, loro, ad arretrare di un millimetro.

E Negroni?

“Un conto è non avere dubbi, un altro è che non ne restino per nessuno.”

E Negroni neppure, anche se magari lo fa credere, in verità è talmente quadrato e attaccato alla legge e al concetto di giustizia, da risultare addirittura fastidioso e irritante come avessimo un osso di pollo in gola.

“La coperta di nuvole non si rimboccava da nessuna parte, il brusio era grigio come l’aria, i lampioni ancora accesi erano frammenti di un sogno che si sta per dimenticare e l’indagine era il frutto di un equivoco.”

Fastidioso ma non stupido, ovviamente, paziente, osservatore e solo al momento giusto sarà pronto a fare la sua mossa.

“Non deve aversene a male. Mi guadagno il pane con un mestiere spesso ingrato.”

Come un cobra.

Una storia, questa, che si sporca le mani, che puzza di verità taciute, di escrementi e scarti velenosi, che lascia dietro di sé i liquami generati da persone marce, dentro, per le quali il valore della persona non è una priorità e dove, la menzogna diventa l’unica colonna sonora. Possibile.

“Pensò che un investigatore era uno strano ibrido tra uno scienziato ed un gesuita. Quando non sapeva come andare avanti, si affidava a regole alle quali non credeva fino in fondo.”

L’indagine è difficile e ben presto assume le sembianze di un polipo, fino ad insinuarsi in un mondo nemmeno tanto sommerso, purtroppo, che tutti sanno esistere ma di cui molti non parlano perché ne hanno paura.

“Le motivazioni umane vengono spesso spacciate per quello che non sono esattamente…”

Un romanzo che scava fra le schifezze e le nefandezze più immonde, per riportarle in superficie epurate dalle scorie di bellezza che coprono il loro reale potenziale distruttivo, per poi mostrarcele nel loro vero aspetto e, con quello che è il loro vero effetto.

Distruttivo.

Si è rivelata una lettura faticosa, non perché il libro sia stato scritto male ma, perché racconta di qualcosa di cui noi sappiamo essere, PURTROPPO, una realtà capillarizzata che in un modo o nell’altro coinvolge TUTTI.

“E’ un mestiere strano, il suo… Ha il fascino perverso di un ragno che si guarda intorno mentre continua a tessere…”

TUTTI, perché, in un mondo sempre più globale, unito nella rete ma anche negli spostamenti che ormai ci coinvolgono in modo semplice ed agile, alla fine ciò che respiriamo, mangiamo, beviamo è cosa che riguarda ogni abitante del pianeta.

A differenza della consuetudine dei romanzi Frilli, solitamente ambientati in un luogo, massimo due in casi eccezionali, qui ci troviamo a dover viaggiare parecchio fra Italia e Germania, ossia le strade percorse dai rifiuti, prima di raggiungere le mete finali.

Un romanzo che dà da pensare, un’indagine gialla e nera che passo dopo passo riesce a tirare le fila di un discorso complesso, un personaggio e dei gregari che ti rimangono in mente nelle loro peculiarità e uno stile ruvido e spigoloso, quello di Falleti, che a tratti diventa un tutt’uno con il suo commissario Negroni, fondendosi in un’unica voce.

Quella più importante.

“… meglio una verità letteraria che nessuna verità…”

Buona lettura!

Acquista su Amazon.it: 

Dario Falleti


è nato a Roma nel novembre 1954 ed è laureato in chimica. Il romanzo d’esordio, La virtù del cerchio, prima avventura del commissario Negroni, è stato finalista al Premio Azzeccagarbugli 2008 e ha vinto il Premio Raffaele Crovi per la migliore opera prima. La seconda avventura del commissario Negroni, Le regole dell’anagramma (Hobby & Work), una spy story con prefazione di Luca Crovi, è stata pubblicata nel 2010. Nel 2011, il racconto I Macellai di Montevideo ha contribuito all’antologia garibaldina Camicie rosse, storie nere (Hobby & Work). Altri racconti sono comparsi in e-book e antologie. Aperitivo all’arsenico a Roma è stato finalista al premio Tedeschi 2018.