Chi porta le ombre




Sinossi. Novembre 1950. Imbrigliata in un sottile reticolo di bruma, la Val Tenebrina sorge su un altopiano della provincia bresciana punteggiato da una miriade di cascine. Un luogo incantato di verde su cui si posano pigre le case di Mugno, il centro abitato. Ogni mattina, Benito Pietra – trentenne alto ed elegante, un bel paio di baffi neri e il profumo di sapone anche nei giorni feriali – prende la sua moto Guzzi e attraversa le campagne inseguendo i ricordi di una vita che non c’è più. Un mondo di guerra e di sangue, di agguati e imboscate tra partigiani e nazisti, un mondo in cui Benito aveva un altro nome, quello con cui è diventato leggenda, quello per cui la gente di Mugno ancora si ferma e si toglie il cappello: Comandante Olmo. Ciò che la gente del posto non sa è che per uomini come Olmo certe battaglie non finiscono mai e certi conti rimangono in sospeso per sempre. Per questo, dietro un’esistenza all’apparenza tranquilla, fatta di ricordi di perduti amori e lavoretti da pochi spicci, c’è ancora il vecchio Comandante, che continua a fare quello che faceva in montagna durante la guerra: seguire le tracce, restare nell’ombra, colpire e scappare. Anche lui, però, ha un segreto inconfessabile che è deciso a conservare fino alla fine dei suoi giorni. Tutto cambia quando su un giornale locale compare la notizia di tre suicidi avvenuti rispettivamente a Rovigo, Treviso e Verona. A togliersi la vita sono stati alcuni ex funzionari e gerarchi fascisti che, prima di uccidersi, hanno ingerito dell’olio di ricino. Ce n’è abbastanza per attirare l’attenzione del tenente dei carabinieri Enrico Carraro e del suo fedele braccio destro Giannelli, che iniziano a indagare. Ciò che emerge è una storia inaspettata e imprevedibile, che rompe tutti gli schemi e ci lascia con il fiato sospeso… 

 CHI PORTA LE OMBRE

di William Raineri

SEM 2023

Giallo storico, pag.288

 Recensione di Chiara Forlani

C’è la Resistenza in questo libro, c’è il dolore delle ferite ricucite in qualche modo, c’è il carattere che cambia dopo aver provato la paura e aver assistito a fatti atroci.

C’è un luogo ben definito, la Val Tenebrina, c’è uno stradone dritto che porta ovunque, c’è una moto e il piacere del suo rombo, il vento tra i capelli.

C’è Olmo che si chiama Benito e vendica la gente, parla poco e ha cambiato carattere, ma è buono e insieme cattivo, ovviamente con chi lo merita. 

Ci sono vari eventi che si intersecano nel tempo, tra l’anno dell’armistizio e il dopoguerra.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per leggere un noir scritto con maestria, dove le parole sono secche e collocate esattamente là dove devono essere, ma la lingua a volte si prende delle piccole libertà, ha guizzi semantici che fanno la differenza.  

Ho letto diversi libri gialli e mistery ambientati in questo periodo storico, che giocano sul continuo rimbalzo tra presente e passato che ritorna, tra memoria e vendetta. Questo però ha il giusto sapore brumoso e oscuro, un’atmosfera cupa fin dalle prime pagine, che fa la differenza. Ha il sapore dell’ineluttabilità.

Una scia di sangue si dipana tra le pagine del romanzo, morti che sembrano naturali ma prima o poi verranno collegate tra di loro. Il protagonista, che per ironia della sorte è un partigiano che porta il nome di Benito ma preferisce farsi chiamare Olmo, ha l’aspetto di uno di noi, è inquieto, schivo e sempre senza un soldo in tasca, tanto che è costretto a digiunare anche quando ha fame, esattamente come quando era in guerra.

La Val Tenebrina citata e descritta nel libro con tanto di cartina dettagliata non esiste, a meno che io non sia stata in grado di trovarla. Non esiste neanche Mugno, le sue strade, i suoi abitanti e i suoi misteri. Quello che esiste è invece la provincia di Brescia, una particolare zona isolata e montuosa dove i paesani hanno il carattere chiuso e ostile, forse per la vita da minatori per l’estrazione del ferro o da operai nelle fabbriche che lavorano quel minerale. 

Un romanzo dall’accuratissima documentazione storica, secco e aspro come una mitragliata, come l’imboscata e la vendetta di chi ha partecipato alla Resistenza con dolore e determinazione.

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William Raineri


si occupa di pubblicità. Con la sua agenzia, Raineri Design, ha vinto premi prestigiosi e si è conquistato una clientela internazionale di grande livello. Questo è il suo primo romanzo.

A cura di Chiara Forlani

https://www.chiaraforlani.it