Cinque giorni fra trent’anni




Sinossi. Roberta, Emilia, Lea, Elvira, Ada e Carla sono le protagoniste dei sei pannelli che compongono questo romanzo di università e di amori. Sono state amiche e rivali, hanno studiato insieme – o comunque si sono incrociate –, hanno condiviso passioni, assemblee, seminari. Corpi e stanze. Dalla prossimità della giovinezza sono passate, senza forse rendersene conto, senza in fondo sceglierlo, alla vita adulta. Quando il romanzo comincia, sono passati trent’anni. Qualcuno è morto, come pure succede. Roberta, Emilia, Lea, Elvira, Ada e Carla, e i loro compagni Arturo – serio e impacciato – e Guido – enigmatico e affascinante –, si trovano a fronteggiare amori perduti, matrimoni falliti, conflitti professionali, rivalità familiari. Le illusioni del Sessantotto sono definitivamente smarrite, ma resta loro una tenace resistenza all’aspra indifferenza dell’età adulta.

 CINQUE GIORNI FRA TRENT’ANNI

di Francesco Fiorentino

Marsilio 2023

Narrativa Contemporanea, pag.160

 Recensione di Gabriele Loddo

In una Napoli dei primi anni settanta, un gruppo di ragazzi appena maggiorenni frequenta la Facoltà di Giurisprudenza del capoluogo campano.
Sono Arturo, Ada, Carla ed Emilia, Elvira e Guido, Lea e Gaspare, giovani poco più che ventenni che portano addosso i segni caratteristici ereditati da un Sessantotto non ancora lontano. Hanno capelli lunghi, vestono minigonne e serbano un’anima con un fuoco perennemente acceso che li spinge a combattere per emergere in un mondo che non sempre gli capisce. Vogliono realizzare i loro sogni, diventare gli uomini e le donne i cui corpi maturi presto esibiranno. 

Si muovono tra le mense e gli appartamenti studenteschi, la sera affollano i night club per discutere del Collettivo universitario, delle assemblee di facoltà. Forgiano carattere e relazioni come fosse una prova che gli stimola ad affrontare il futuro e il mondo esterno. In questo continuo confronto, impongono azioni e voce, mostrano fragilità e gelosie, alternano amicizie a competizione, alla ricerca dell’io finale che li caratterizzerà nella vita adulta.
Poi, ci sono gli amori, la passione carnale, un moto travolgente di rapporti fitti che spesso segna la loro crescita con tradimenti, unioni di facciata, dissidi interiori che influenzerà la loro formazione come individui singoli e come coppie all’interno della comunità.   

Ma si sa: il tempo vola e, trascorsi gli anni dell’università, ritroviamo i protagonisti agli albori degli anni 2000. Sono passati trent’anni e, come accade per tutti, la giovinezza è scivolata via. C’è chi non ce l’ha fatta ed è deceduto, chi ha una malattia grave, c’è chi ha consolidato il rapporto di coppia con il matrimonio ma non è soddisfatto, chi ha divorziato. Si sono tutti realizzati professionalmente e sono entrati a far parte della media borghesia che avevano spesso criticato, a ogni modo quello che resta tra le loro mani rimangono i ricordi, i rancori degli anni giovanili che, nel bene e nel male, hanno influenzato il loro destino. 

“Cinque giorni fra trent’anni” è un romanzo corale suddiviso in sei racconti. I protagonisti compaiono in diverse fasi della vita, nella giovinezza e nella maturità, e le descrivono con la voce dei personaggi femminili attraverso Roberta, Elvira, Emilia, Ada, Lea e Carla, a cui l’autore dedica rispettivamente un capitolo a testa.  

Lo stile è asciutto, scorrevole e coinvolgente. Le argomentazioni toccano il lettore perché sono quelle che tutti abbiamo vissuto nell’età giovanile e quelle che viviamo nell’età matura, soprattutto quelle che vorremmo celare, nascondere sotto un tappeto dopo aver tirato le somme di una vita. 

Fiorentino scrive un romanzo realistico e irriverente, ti conduce davanti a uno specchio per farti domandare se, difronte ai sogni e ai desideri giovanili, le cose sono andate come avevamo programmato, se siamo soddisfatti della vita che abbiamo realizzato o se siamo rimasti intrappolati nel passato. Se siamo felici o se vorremmo tornare indietro per rifare tutto diversamente. 

In definitiva, il romanzo è sfacciato e l’autore Francesco Fiorentino, nel suo essere irriguardoso, entra nella testa e nei pensieri del lettore, perché in fondo siamo tutti uguali: egoisti e mai soddisfatti di quello che abbiamo realizzato. Bellissimo.

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Francesco Fiorentino


ha studiato all’Università di Napoli Federico II sotto la guida di Francesco Orlando e lo segue quando questi si trasferisce presso l’Università Ca’ Foscari. Insegna nell’ateneo veneziano fino al 1987, quando ottiene la cattedra di Letteratura francese all’Università di Bari, dove resta fino alla pensione nel 2020, e di cui è ora professore emerito. Nel 2011 è stato visiting professor presso la Sorbona. Ha diretto la Collana di classici francesi I fiori blu per Marsilio, Le istituzioni di letteratura francese per Laterza e organizza i colloqui di letterature comparate a Santarcangelo di Romagna dell’associazione “Sigismondo Malatesta”, di cui è tra i soci fondatori. Ha fondato e dirige la Revue italienne d’études françaises.