Felicità®




Sinossi. Ogni mattina un editor si sveglia e sa che dovrà smaltire il più in fretta possibile le valanghe di manoscritti che si accumulano sulla sua scrivania. Spesso sono proposte assurde, e Quello che ho imparato sulla montagna non è da meno: un mattone di oltre mille pagine, privo di qualsiasi suddivisione in capitoli e ricoperto di margherite adesive. Il nome del suo autore poi, Tupak Soiree, puzza di pseudonimo da metri di distanza. Solo un disperato potrebbe proporlo alla cieca a una riunione di redazione. È esattamente quello che fa Edwin, editor della sezione autoaiuto alla Panderic Inc. Certo, Edwin non si aspetta che il manoscritto venga accolto. Né tantomeno che diventi un bestseller globale con conseguenze catastrofiche per il mondo intero. Felicità® di Will Ferguson torna in libreria con la prefazione di Diego De Silva e una traduzione aggiornata a cura di Andrea Buzzi. A vent’anni di distanza dalla prima pubblicazione, rappresenta ancora una satira brutale del nostro tempo (e della vita in casa editrice), e ci ricorda, con affilata ironia, che forse ciò che più ci rende umani sono proprio le nostre mancanze. E che ciò che rende preziosa la felicità è il suo essere miracolosamente occasionale.

 FELICITÀ®

di Will Ferguson

Accento 2023

(seconda edizione)

Andrea Buzzi ( Traduttore )

narrativa umoristica, pag.396


FELICITÀ®

A cura di Chiara Forlani


 Recensione di Chiara Forlani

Un romanzo divertente, scritto da un autore in stato di grazia dotato di un’ironia graffiante e raffinata. Tutto il libro è una satira atrocemente realistica del mondo editoriale, dei suoi meccanismi perversi, della ricerca delle vendite e del successo sia da parte dell’autore che di lavora all’interno di queste strutture che dovrebbero essere deputate a diffondere cultura e invece spacciano unicamente testi assurdi di autori che fanno dell’autoreferenzialità il loro vessillo.  

Chi lavora in questi presunti templi del sapere è un omuncolo che vive in un cubicolo di cartone ed è sommerso dai manoscritti, che cestina il più delle volte senza leggerli, e risponde all’autore con una cortese quanto falsa lettera di rifiuto prestampata che viene inviata al mittente grazie alla busta preaffrancata posta nel plico.

La ricerca incessante del testo di successo, non tanto del capolavoro quanto del libro che venderà numeri alti di copie, è sempre dietro l’angolo. Edwin, il protagonista, è responsabile della sezione che tratta i manuali di autoaiuto e si imbatte in qualcosa di strano, che desta il suo interesse: un dattiloscritto lunghissimo, il cosiddetto mattone, ornato da qualche adesivo a forma di margherita. Il libro è una panacea da tuttologi, contiene consigli per ogni ambito della vita umana. Una volta pubblicato, si diffonde a macchia d’olio e porta il mondo alla felicità. Ma questo rappresenta un dramma per il suo scopritore, che non ha preso in considerazione tutte le implicazioni e le ricadute della sua pubblicazione.

Tutta la nostra economia si basa sulle debolezze umane, sulle cattive abitudini e sulle insicurezze. La moda. I fast food. Le macchine sportive. I gadget tecnologici. I vibratori. Le cliniche dietetiche. Le boutique del capello per uomini. Gli annunci personalizzati. Le sette religiose. Le squadre sportive di professionisti: una vita vicariata! I parrucchieri. La crisi del maschio di mezza età. Lo shopping compulsivo. Tutta la nostra esistenza si fonda sul dubbio e l’insoddisfazione. Pensa che cosa succederebbe se tutti fossero veramente, autenticamente felici.”

Il romanzo è una esilarante presa in giro delle aspirazioni di autori e lettori, delle abitudini e delle ossessioni dell’americano medio, che corrispondono a quelle di tutto il pianeta. È stato scritto vent’anni fa e ora ripubblicato, ma è straordinariamente attuale e contiene una chicca: un accenno, un embrione di quello che sarà lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, della quale ai nostri giorni si parla così tanto. 

Nel finale si susseguono i colpi di scena come in un giallo, ma l’autore riesce a non perdere mai il filo dell’ironia. A mio parere, tutti gli aspiranti scrittori o scribacchini che dir si voglia dovrebbero leggerlo almeno una volta nella vita, come un mantra. Servirebbe loro a sfatare tanti miti, a ridere di se stessi con leggerezza e in modo intelligente, a smontare alcuni sogni poco realistici, a fare autocritica e qualche riflessione profonda che di certo non guasterà.

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Will Ferguson


(1964), caustico autore di romanzi e saggi umoristici, ha vinto alcuni dei più importanti premi letterari canadesi, tra cui lo Scotiabank Giller Prize e, per ben tre volte, la Stephen Leacock Medal for Humour. Ha scritto per il New York Times, Esquire UK, e il Canadian Geographic magazine.

A cura di Chiara Forlani

https://www.chiaraforlani.it