Tra le pagine di un film: House of Gucci




 

 

 

 

 

 

A cura di Paola Iannelli 


House of Gucci, il film diretto da Ridley Scott, segue la storia della famiglia Gucci, raccontando l’azienda attraverso le persone che ne hanno fatto parte, tra fama, genialità, momenti difficili e sofferenze. In particolar modo il film ruota attorno al fatto di sangue avvenuto il 27 marzo 1995 e che sconvolse il mondo della moda: l’omicidio di Maurizio Gucci. A interpretare il noto imprenditore italiano, all’epoca dei fatti già ex direttore dell’azienda, sarà Adam Driver.
Lady Gaga invece vestirà i panni di Patrizia Reggiani, l’ex moglie di Gucci che fu accusata di aver organizzato l’omicidio dopo essere stata lasciata dal marito per una donna più giovane. Patrizia Reggiani ordinò a un killer di uccidere il marito, freddato da quattro colpi di pistola nell’atrio del suo palazzo. Condannata a 29 anni di carcere, ridotti poi a 26 in appello, la donna, conosciuta ai più anche con il suo appellativo di “Vedova Nera”, ha tentato il suicidio in prigione e dal 2017 è tornata in libertà per buona condotta. Nel cast ci sono altri attori di grande pregio come: Jared Leto (Paolo Gucci), Al Pacino (Aldo Gucci) e Jeremy Irons.

 

 

 

 

House of Gucci

Una storia vera

DI MODA, AVIDITÁ, CRIMINE

 

Autore: Sara Gay Forden

Editore: Garzanti 

Genere: narrativa

Pagine: 480

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

SINOSSI

Il 27 marzo 1995 Maurizio Gucci, erede della favolosa dinastia dell’alta moda, mentre sta per raggiungere il suo ufficio di Milano viene assassinato a colpi di pistola da uno sconosciuto. Nel 1998, l’ex moglie Patrizia Reggiani Martinelli – soprannominata la «Vedova nera» dalla stampa – viene condannata a 29 anni di prigione come mandante dell’omicidio. Perché Patrizia Reggiani lo avrebbe fatto? Perché le spese del suo ex marito erano fuori controllo? O perché il suo affascinante ex consorte stava per sposare l’amante, Paola Franchi? Oppure esiste ancora la possibilità che Patrizia Reggiani sia innocente? Quella dei Gucci è una storia di sfarzo, glamour, intrighi; è la storia dell’ascesa, del quasi fallimento e della rinascita di una dinastia nel mondo della moda.

Recensione

L’abisso nero dell’odio è l’unico precipizio così profondo, di cui non si conosce la fine. Nasce e si sviluppa nelle anime fragili, in coloro che perpetuano giorno dopo giorno la minuziosa costruzione di questo sentimento, che malgrado gli sforzi profusi per razionalizzarlo, segue un percorso di consolidamento. Se poi un tale odio è alimentato dalla frustrazione, dall’abbandono, dall’arroganza di essere considerati unici nelle vite altrui, allora non è difficile credere che il pensiero “indecente”, nel mettere fine alla vita di chi ci procura tanto dolore, si materializza e si trasforma in scopo primario dell’esistenza. Tutto ciò è accaduto nella mente di Patrizia Reggiani, meglio nota come Lady Gucci.

La dettagliata biografia della famigerata famiglia Gucci riempie le pagine di questo romanzo, che con dovizia di dati storici ripercorre a ritroso le vicende di uno dei clan imprenditoriali, più prolifici degli ultimi cento anni in Italia. Il logo della famosa casa di moda si lega alla perfezione alla fusione di tre elementi fondamentali: la sagacia, il talento e la folle ispirazione della genialitàumana.

Il punto di snodo della narrazione parte dall’omicidio di uno degli ultimi rampolli della famiglia, il bel Maurizio, ucciso nel lontano1995 da quattro colpi di pistola. Solo dopo due anni di indagini verranno individuati gli autori dell’atroce gesto, ma l’evento che portò al clamore delle cronache nazionali ed internazionali l’omicidio, fu la scoperta della mandante, nella persona della ex moglie: Patrizia Reggiani.

Il vero protagonista dell’intera vicenda è il famelico vorace senso del potere, unito al sensuale richiamo del lusso. Sin dai primordi del loro incontro Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani formano la coppia più glamour del jet set italiano. Condividono passioni e debolezze, in un circuito dorato che li costringe a immunizzarsi dalle brutture del mondo. Le loro vite coincidono con lo stereotipo che suggella nell’immaginazione i contorni delle figure regali, belli, sorridenti, eleganti, eccessivi.

Ma come in tutte le favole si sa l’apparizione di una maledizione colpisce senza risparmiare nessuno, l’incantesimo si rompe e l’idilliaco, quanto travagliato legame tra i due si frantuma. Unascia vischiosa e malevola si insinua nelle vene di tutti e riempie i canali della ragione, determinando un finale tragico e triste.

Paola Iannelli

La trasposizione cinematografica del romanzo, nel frattempo divenuto un best seller, è stata diretta Ridley Scott, nel cast brilla la stella della protagonista Lady Gaga, che senza offuscare altri attori di fama mondiale come Al Pacino, Salma Hayek e Jeremy Irons, muove le corde del sipario dietro il quale si costruisce la storia d’amore tra Maurizio e Patrizia.

La prospettiva attraverso la quale il regista getta l’occhio sulla scena denota l’abile capacità di evidenziare i tratti distintivi dei personaggi e delle ambientazioni. La spumeggiante personalità di Patrizia Reggiani è espressa magnificamente da una conturbante Lady Gaga, che veste i panni di una sirena ammaliatrice, priva di inibizioni e desiderosa di scalare la vetta del potere. Sebbene i vecchi leoni di famiglia ruggiscano ognuno a modo proprio in difesa del territorio, la docile inclinazione del giovane Maurizio Gucci emerge, sorretto dall’avida moglie, riuscirà a sbaragliare il padre e lo zio, e con abili mosse raggiungerà il potere.

Rispetto alla biografia Maurizio Gucci appare molto più introverso e timido, seppur combattivo e volitivo, per la sua sposa sarà capace di sovvertire le regole familiari. Una minuscola fiammella darà vita a una palla di fuoco che si scaglierà contro i suoi parenti e lo ergerà a padrone assoluto della maison. La smodata conduzione del ritmo di vita porterà i due protagonisti allo sfacelo totale, sino al rapido e successivo tragico risvolto.

Sebbene gli attori protagonisti serbino un’origine italiana, la loro interpretazione è più che americana, come l’occhio del regista, il quale non riesce a esprimere a pieno l’atmosfera della Milano da bere di quegli anni. Lady Gaga strizzata nei famosi tailleur e tute da sci simili a mute, teatralizza un modus agendi deformando la realtà.

Per comprendere la tragedia umana che ha coinvolti i personaggi di questa storia amara, non sono sufficienti le ore di trucco e parrucco dedicate. Il tentativo di Ridely Scott non è da ritenersi del tutto fallimentare, ma certo non rende merito al romanzo che narra i Gucci nella sua veridicità.

I bagliori di Hollywood non hanno illuminato questo film, pur presentando un resoconto emotivo e psicologico aderente.

Sara Gay Forden


ha vissuto in Italia per più di ventidue anni, e in qualità di corrispondente ha seguito il business della moda raccontando come alcuni atelier famigliarisonodiventati enormi aziende della moda del calibro di Gucci, Armani, Versace, Prada e Ferragamo. Oggi vive a Washington e guida un team per Bloomberg News che indaga sull’attività di lobby e sulle sfide affrontate dalle grandi multinazionali della tecnologia come Amazon, Facebook, Google.

 

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