Il Baccalà




Rosemary Tonks


DETTAGLI:

Traduttore: Alessandra Castellazzi

Editore: Il Saggiatore

Genere: narrativa

Pagine: 168

Anno edizione: 2023

Sinossi. Per molti anni, questo romanzo è scomparso dalle librerie, per volontà stessa dell’autrice, che ne ha distrutto quasi tutte le copie. Classico contemporaneo divertente e schietto, scritto nel 1968, Il Baccalà anticipa la fioritura del femminismo negli anni settanta, evidenziando l’artificialità del genere e invertendo i processi dell’oggettificazione sessuale. Min ha vent’anni, abita a Londra ed è terribilmente annoiata dalla vita. L’unica cosa che sembra dare sollievo al suo tedio sono gli uomini che le orbitano attorno. C’è Fritz, ventiduenne dall’accento tedesco che fuma la pipa e non ha rispetto per le donne. C’è Billy, che non alza quasi mai la voce, è preciso e controllato, e si prende cura di sé, forse fin troppo: saune, sbiancamento dei denti, lucidatura delle scarpe, champagne nei tre momenti della giornata in cui berlo è «accettabile». C’è Claudi, con il tic del «mia cara» infilato insistentemente in tutte le sue frasi. E poi c’è George, il marito: così invisibile ai suoi occhi che talvolta le capita di spegnere accidentalmente la luce della stanza mentre lui è ancora dentro. Ma soprattutto c’è il Baccalà. Un baritono che la irrita più di qualsiasi altro uomo abbia mai conosciuto. A volte le fa qualche regalo, facendola infuriare ancora di più. Ne è disgustata e attratta allo stesso tempo, e per questo non riesce a porre un freno una volta per tutte alle sue avances. Come se non bastasse, si è anche presa la gotta. In che direzione sta andando la vita di Min?

 Recensione di Laura Bambini

L’erotica noia borghese, diceva qualcuno.

(Per i bigotti e quelli che l’erotico gnegnegne: non c’è niente che potrebbe turbare un pargolo, figuriamoci un adulto. – Anche perché l’erotico è un’altra cosa, l’ho detto.)

All’inizio quando la sua bocca tocca la mia, il bacio è quasi brutto, non è un bacio che cerca, non è un movimento attento e educato, e io penso con sincera disperazione: «Santo cielo, è il peggior primo bacio che abbia mai avuto.» Poi mi sorprende scostando la bocca, giusto quel tanto che basta per guardarmi da vicino e dire: «Non è come da Chez Victor?»”

A volte, e non capita spesso, mi sorprendo a quanto un libro sia scritto bene ma mi racconti poco o niente. Lo stile della Tonks è alto, così perfetto che a tratti risulta irritante. Quelle storie scritte divinamente che, a conti fatti, arrivi a metà o alla fine e ti sorprendi a chiederti: e quindi?

Tipo Baricco, per capirci.

Qui abbiamo una ventenne, Min, “terribilmente annoiata” dalla vita, noia che purtroppo rischia di trasferirsi al lettore, il cui fulcro delle vicende ruota attorno agli uomini di cui è e si circonda. Dato che della trama mi importa sempre poco e preferisco concentrarmi su altri aspetti, mi fermerò qui a commentarla.

Vorrei soffermarmi invece sull’oggettivazione sessuale del maschio, che è il vero punto focale del testo. È disturbante già a leggerlo così, sovversivo anche oggi, paradossale in ogni caso.

Eppure, è proprio quello che accade ne Il Baccalà. La Tonks ci prende tutti in giro. Oggettivizza i maschietti della sua vita come farebbe qualsiasi maschio etero di un certo tipo (non iniziate a fare Not all men con me perché cascate male) che incontra una femmina per strada, o al lavoro, o a casa.

Avete presente quella corrente femminista aggressiva che ha scocciato un po’ tutti, a cui il patriarcato ha risposto con “ma non si può più dire niente!?!” (poverini). Ecco. Prendete queste due fazioni e dategli da leggere Il Baccalà. Trovo estremamente divertente l’effetto che provocherebbe in ambo le parti.

A me, da femminista non aggressiva e abbastanza stufa della finta inclusione di diverse fazioni del femminismo, Il Baccalà ha fatto sorridere, ma se devo dire che mi abbia lasciato qualcosa mentirei. È stato molto interessante leggere per una volta i pensieri che vengono a una femmina su certi uomini, o veder ribaltati certi stereotipi attribuiti tipicamente “al maschio”, messi qui in bocca al femminile.

Tuttavia alla protagonista-narratrice manca quel quid per diventare ancora più coinvolgente. Da lettrice, ho avuto sempre la sensazione di essere spettatrice e non partecipe, come se assistessi al racconto di una signora incontrata per strada e poi non più vista, ma probabilmente è proprio lo stile dell’autrice, e ci sta.

A ogni modo, un libro godibile e con cui rispondere a determinati soggetti, fosse solo in modo inaspettato.

PS. Ho scoperto leggendo la biografia che l’autrice si è convertita al cristianesimo fondamentalista e ha distrutto tutte le sue opere.

Non mi ha stupita, non so perché, ma d’istinto mi è venuta in mente Anais Nin e poi Albertine Sarrazin. Ecco, se c’è qualcuna a cui mi rivolgerei per leggere qualcosa di davvero rivoluzionario e indecente, sarebbe a una delle due. Per carattere, porterei alta la bandiera fino alla fine. Se volessi un libro più confortevole, invece, e più adatto a tutti, allora sceglierei sicuramente Il Baccalà.

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Rosemary Tonks


Rosemary Tonks (Gillingham, 1928 – Bournemouth, 2014) è stata una poeta e autrice inglese. Dopo aver pubblicato due raccolte di poesie e sei romanzi, è sparita dalla scena pubblica. La sua conversione al cristianesimo fondamentalista negli anni settanta l’ha portata all’isolamento e alla distruzione volontaria di tutte le sue opere.

A cura di Laura Bambini

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