Il bacio di Swann




Sinossi. «Non possiedo nulla di stabile, non sono radicato nel tempo o nello spazio e non conosco confini tra il sì e il no, tra il giorno e la notte, tra il sempre e il mai… Sotto diversi aspetti, i saggi su artisti, scrittori e grandi pensatori raccolti in questo volume potrebbero non avere nulla a che vedere con chi sono io, o con chi erano loro: magari ne ho dato una lettura totalmente sbagliata. Ma se li traviso, è per poter leggere meglio me stesso.» André Aciman esplora il concetto di tempo superando il semplice piano del presente, del passato e del futuro per dedicarsi a orizzonti frastagliati, a ciò che sarebbe potuto accadere ma che non è accaduto, eppure condiziona la nostra realtà in modo concreto. Lo fa offrendo al lettore ritratti di artisti, scrittori, registi che ha amato e che hanno influenzato la sua vita e la sua scrittura – da Sigmund Freud a Constantinos Kavafis, da Marcel Proust a Fernando Pessoa – ma anche istantanee di città come Alessandria d’Egitto, San Pietroburgo e Roma. Una intelligente e profonda riflessione su cosa è reale e cosa non lo è, sul potere della memoria e dell’immaginazione, su come sia possibile creare una fortezza in cui preservare i ricordi dallo scorrere del tempo.

 Ritratti d’autore

di André Aciman

Guanda 2023

Valeria Bastia ( Traduttore )

Saggio, pag.240

 Recensione di Roberta Canu

Forse non è affatto semplice spiegare il concetto di tempo ai più giovani che molto spesso hanno in tasca la convinzione di poterlo fermare, di averne tutti i diritti e in un certo senso di poterlo addomesticare, ma non è facile nemmeno per gli adulti e gli anziani che lo vedono scorrere via come sabbia in una clessidra.

André Aciman riesce abilmente a domare in modo poetico e teatrale, proprio quel tempo che sovente, tiranno, rende irrequieti e anche infelici, quasi fuori luogo.

“Il bacio di Swann” è un’opera di tale candore e raffinatezza da avere raramente eguali, si pone umilmente nel panorama editoriale narrativo ma ancor più saggistico in punta di piedi sovvertendo convinzioni in modo alternativo e a volte bizzarro, perché è quasi velata da un’ironia intelligente e sana.

È un libro, questo, in cui sembra che il rapporto tra uomo e autore e tempo, non debba finire mai ma sia condannato eternamente e in modo paradossalmente gioioso, a proseguire in infinite vie, che toccano specialmente città quali Roma e Alessandria vivendole ma anche sottraendovi al loro fascino così sbarazzino e quasi falso, talvolta addirittura evanescente.

L’autore gioca con il tempo e con i richiami al mondo letterario che spesso è molto differente dal suo ma che riesce sempre, come per un incantesimo di penna sapiente e saggia, a divenire suo e per questo è capace di attingere anche al mondo delle sue soggettive visioni filosofiche e decisamente sensibili nei riguardi di un macrocosmo incredibile e di un ancora più straordinario microcosmo in cui vi è posto non solo per la parola, il verbo, l’enunciato e i ricordi inerenti a tutto ciò, ma anche al numero e all’ordine che spesso è attinente al caos come in una sorta di ossimoro vitale.

Il tempo si lega immancabilmente ai ricordi, ma il ricordo riesce, soprattutto nella parola di Aciman, a divenire futuro o perlomeno ad allacciare con filo interessante, forte, energico e probabilmente di colore scuro, tutte le azioni dei protagonisti che in questo caso sono soprattutto altri scrittori, ma anche registi, pittori e artisti a tutto tondo che da sempre hanno influenzato e accompagnato Aciman nelle sue devozioni letterarie e narrative, lo hanno plasmato e fatto uomo umilissimo e di grandi intuizioni.

Il tempo, qui, riesce a ponderare e a filosofeggiare in un quadro di virtù che non si possono spiegare ma semplicemente vivere, in quanto Aciman ha reso lo stesso scorrere del tempo accessibile a chiunque, lo ha reso fluido e modellabile, ma il ricordo… beh il ricordo rimane forse comunque sempre l’antidoto migliore ad ogni periodo passato, presente e futuro.

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André Aciman


insegna letteratura comparata alla City University di New York e vive con la famiglia a Manhattan. Guanda ha pubblicato nel 2008 il suo romanzo d’esordio, Chiamami col tuo nome, da cui è stato tratto nel 2018 il fortunatissimo film diretto da Luca Guadagnino e i cui protagonisti tornano nel romanzo del 2019, Cercami. Sempre per Guanda sono usciti inoltre Notti bianche, Harvard Square, Variazioni su un tema originale, L’ultima estate, Mariana e Idillio sulla High Line; il memoir Ultima notte ad Alessandria e la raccolta di saggi Città d’ombra.

A cura di Roberta Canu

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