Il bene che ti voglio




 IL BENE CHE TI VOGLIO

di Sandro Frizziero

Mondadori 2023

Narrativa, pag.228

Sinossi. È la Vigilia di Natale e Alessio Gorgosalice si affretta sul vialetto di Villa della Pace, la residenza per anziani in cui vive nonna Armida. Ha bisogno di parlare con lei. Non che si aspetti grandi risposte: la demenza senile le consente a stento di riconoscere chi ha davanti. Ma il suo obiettivo, forse, è un altro. Alessio ha poco più di trent’anni, fa l’assicuratore e ha una vita estremamente regolare. È sposato con Isabella e insieme abitano in una villetta a schiera acquistata grazie all’aiuto del suocero e scrupolosamente arredata coi mobili prodotti in serie da un “mobilificio incapannonato al centro della campagna, una specie di microcosmo in miniatura, un’epitome di mondo, un museo della creazione”. Ogni giorno Isabella, ingegnere che si occupa di progettare e collaudare impianti, una mente votata ai calcoli e alle previsioni, gli prepara un pasto sano da portarsi al lavoro, che Alessio accetta con un sorriso. Ma sotto la superficie levigata di una vita come tante – il matrimonio, il desiderio di paternità, la dedizione al lavoro – fremono istinti selvaggi, risvegliati dalla relazione extraconiugale che Alessio intrattiene con Barbara. La recita che è sempre stata la sua vita si è incrinata in modo irreparabile e in lui stanno esondando pulsioni impossibili da arginare. Con una voce brillante, complessa, divertita e fantasiosamente ipertestuale, il narratore segue il magma dei pensieri di Alessio negli abissi dell’introspezione per poi andare a stanare tutti gli altri personaggi fino ad assumerne il punto di vista.


Recensione di Giuseppe Tursi

Il romanzo di Sandro Frizziero è composto da più voci. Come un collage in cui le svariate figure vengono sovrapposte per creare un’unica opera, allo stesso modo il bene che ti voglio è una storia stratificata e complessa, una sfida per il lettore che si deve districare in un labirinto di ricordi e vicende che non riguardano solo il protagonista, ma anche tutti i personaggi secondari. 

La memoria di Alessio prende consistenza e si attiva quando varca il cancello di villa della pace, dove risiede nonna Armida, accudita a causa della demenza senile che le ha divorato i ricordi.
Alessio, attraversando il cancello, è come se entrasse in universo a sé stante, fatto di ricordi di infanzia e affetti famigliari ancorati tutti a quella donna con in grembo una bambola e lo sguardo perso nel vuoto.

Attraverso il racconto a più voci viene ricostruita la storia di Alessio, una vita all’apparenza perfetta, ma che nasconde sotto la superficie placida, correnti impetuose. Tutto il racconto rimane volutamente fuori fuoco. Le voci di Isabella, moglie di Alessio, e Barbara, amante di Alessio, si alternano e vanno a confluire nel turbinio di eventi che stratificano il romanzo. 

La storia composta da Frizziero è semplice. Il triangolo amoroso marito, moglie e amante è già stato ampiamente utilizzato in letteratura, ciò che rende quest’opera unica, è il modo di raccontare le vicende. Non importa se alla fine alcune parti della storia sfuggono alla totale comprensione del lettore, l’importante, almeno per quanto mi riguarda, è il percorso che si affronta nella lettura, anche se irto di ostacoli, dubbi e contraddizioni, come un rompicapo da interpretare.
Tutto questo, per me, riesce a dare un valore aggiunto all’opera di Frizziero. 

 

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Sandro Frizziero


Scrittore italiano (n. Chioggia 1987). Abile ritrattista di vite complesse, ha esordito nella narrativa con Confessione di un NEET (2018, finalista al Premio John Fante 2019), che ne attesta originali abilità narrative e grande capacità di disegnare profili psicologici. Tali doti sono state ampiamente confermate dal successivo Sommersione (2020, finalista al Premio Campiello), storia di una inesorabile deriva umana ambientata in un microcosmo isolano.