Il figliol prodigo




Sinossi. Marco Sarriano è diventato da poco maggiorenne quando, durante un viaggio in Europa, smette di dare sue notizie: l’ultimo messaggio alla madre, Daniela, lo manda da Liegi. Poi di lui si perde ogni traccia, e viene iscritto nel registro delle persone scomparse. Un giorno di due anni dopo Daniela Sarriano riceve una telefonata dalla polizia: Marco è stato ritrovato. È in questura, a Torino, ed è accusato di omicidio. Avrebbe pugnalato a morte un giovane imprenditore, fondatore di una startup di successo: a incastrarlo c’è una telecamera di sorveglianza. Ma perché Marco, che ha sempre vissuto a Napoli, è riapparso a Torino? E perché avrebbe ucciso un uomo che pare non conoscere? Cosa gli è accaduto nei due anni in cui ha lasciato la madre nella disperazione assoluta? L’avvocato Giacomo Meroni, che ha appena accettato la sua difesa, è certo che, al primo colloquio in carcere, tutte quelle domande troveranno una risposta. Ma si sbaglia. Marco non parla, non dice una parola, sembra aver perso la ragione o, come sostiene il pubblico ministero, sembra in grado di simulare bene la follia. E il caso, che all’inizio pareva drammaticamente semplice, diventa un nodo inestricabile. Fino a quando Giacomo, con l’aiuto di sua moglie Rossana e della giovane praticante di studio, non troverà l’esile filo che conduce di nuovo a Liegi, la città di George Simenon, e a una notte maledetta dalla quale nessuno è uscito indenne.

 IL FIGLIOL PRODIGO

Una difesa impossibile per l’avvocato Meroni

di Alessandro Perissinotto & Piero d’Ettorre

Mondadori 2023

Narrativa gialla, pag.328

 Recensione di Luisa Ferrero

Il giovane Marco Sarriano viene arrestato con la grave accusa di omicidio. Pare non ci siano dubbi e le telecamere parlano chiaro: Marco è entrato nella sede di una startup di successo, a Torino in corso Re Umberto, e ha accoltellato il suo fondatore con un tagliacarte antico.

L’avvocato Giacomo Meroni viene contattato da un amico e collega di Napoli che lo prega di seguire il caso perché il presunto colpevole è figlio di Daniela, un avvocato matrimonialista. 

Il caso si presenterà, fin da subito, molto più complicato del previsto. Giacomo Meroni scopre, infatti, che il ragazzo se ne era andato di casa all’età di 19 anni senza una meta precisa e che l’ultima telefonata, fatta alla madre, è di due anni prima, quando lui si trovava a Liegi.

Quale è stata la vita di Marco negli ultimi due anni? Cosa c’entra lui che è napoletano con un uomo ucciso a Torino? 

A complicare ancora di più la faccenda è il fatto che, in carcere, Meroni si troverà di fronte a un ragazzo confuso, disorientato e che si rifiuta di comunicare. Marco non parla perché ha deciso, per strategia, di simulare un comportamento folle o la verità è un’altra?

Coadiuvato, come sempre, dalla moglie Rossana e dall’assistente Giulia, l’avvocato Meroni dovrà affondare le mani nel passato di Marco per ricostruire i suoi spostamenti e per capire perché Liegi, città natale di George Simenon, gioca un ruolo fondamentale nel risoluzione di questo mistero.

«In una sola parola condensava tutto ciò che si sapeva sul delitto di corso Re Umberto, cioè nulla. Un mistero, come il mistero della camera gialla di Gaston Leroux o come il “mistero” che compariva in mille altri libri gialli. Non il “mistero della fede” a cui bisognava credere a ogni costo, ma il mistero come negazione della verità e della conoscenza, nel quale non c’era niente da credere. Che fastidio la parola “mistero”.»

Dopo Cena di classe (2022) torna la coppia Alessandro Perissinotto e Piero d’Ettorre, scrittore di successo il primo e avvocato penalista e socio di un importante studio legale torinese il secondo.

Anche ne Il figliol prodigo ci troviamo di fronte a una doppia indagine perché a quella legale a cui l’avvocato Meroni dovrà dedicarsi si affianca il procedere della ricerca spasmodica del pirata della strada che ha costretto sulla sedie a rotelle la moglie Rossana.

L’ambientazione è da una parte quella della Torino del “bon ton” con i quartieri di lusso, i ristoranti gourmet e i caffè storici, dall’altra gli ambienti propri di un legal come il Palazzo di Giustizia e il carcere Lorusso e Cutugno delle Vallette.

Nelle pagine del romanzo sono presenti alcuni didascalismi che, però, non appesantiscono ma incuriosiscono (vedi il laghetto delle tartarughe al Lorusso e Cutugno) e numerose citazioni letterarie e cinematografiche che impreziosiscono il racconto.

La scrittura di Alessandro Perissinotto che io ho tanto amato in Semina il vento e Le colpe dei padri, qui è leggermente cambiata, ha un “passo” diverso cioè quello della narrazione lieve, ma non leggera.

Il romanzo sembra essere scritto a due velocità: dapprima quella lenta e introspettiva necessaria a “far luce” sull’indagine e poi quella incalzante propria di un processo in piena regola con interrogatori e schermaglie tra difesa e accusa. Punto di forza de Il figliol prodigo sta, infatti, nel mix perfetto tra la narrazione della semplice vita quotidiana e le disquisizioni e i tecnicismi legali.

Piacevole lettura.

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Alessandro Perissinotto

Piero d’Ettorre


Alessandro Perissinotto (Torino, 1964) è professore di Storytelling all’Università di Torino. Ha esordito, nel 1997, con una trilogia di gialli storici pubblicata da Sellerio. I suoi romanzi sono tradotti in otto lingue e tra i suoi titoli più noti troviamo: Semina il ventoLe colpe dei padri (secondo classificato al Premio Strega 2013), Quello che l’acqua nasconde tutti editi da Piemme. Il silenzio della collina (Premio Lattes Grinzane 2019) e La congregazione, sono pubblicati da Mondadori. Sempre con Mondadori, ha iniziato (2022) la serie “legal” scritta a quattro mani con l’avvocato Piero d’Ettorre pubblicando Cena di classe e ora Il figliol prodigo (2023).

Piero d’Ettorre è un avvocato penalista patrocinante in Cassazione, socio di un importante studio torinese. In trent’anni di professione ha guardato dentro le profondità oscure della Giustizia e ha visto vicende di incredibile umanità. Adesso ha deciso di raccontarle, prestando la sua esperienza all’avvocato Meroni.

A cura di Luisa Ferrero

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