Il giardino delle rose




Sinossi. Londra, 1895. Mabs Daley ha diciotto anni e, da quando è morta sua madre, si è assunta il gravoso compito di provvedere alla sua numerosa famiglia. Per farlo, ha indossato abiti maschili, nascosto i capelli sotto un logoro berretto e detto a tutti di chiamarsi Mark. Il lavoro, che consiste nel trasportare blocchi di ghiaccio dal Regent’s Canal alle dimore degli aristocratici, è duro e faticoso, ma Mabs è determinata a non soccombere. Certo, se dovesse presentarsi una possibilità di migliorare le proprie condizioni, una qualsiasi, lei la coglierebbe al volo. Olive Westallen, che di anni ne ha ormai a sufficienza per essere considerata una zitella, è l’unica figlia del capitano Westallen, ex eroe della marina mercantile. Appartiene a una famiglia agiata, ma l’aspetto scialbo, un carattere fermo e un’ottima istruzione non la rendono certo un buon partito. Allo scoccare del suo ventottesimo compleanno, tuttavia, Olive realizzerà il sogno di diventare madre presentandosi all’orfanotrofio per adottare una di quelle bambine silenziose che aspettano solo la loro occasione di avere una famiglia. La dodicenne Otty Finch, invece, si è appena trasferita con la famiglia da Durham. Suo padre si è assicurato una nuova e meravigliosa opportunità di fare soldi acquistando delle azioni del Regent’s Canal, ma non è questo l’unico motivo per cui i Finch si sono precipitati a Londra. Sembra, infatti, che siano fuggiti da uno scandalo, una terribile vicenda che riguarda la signora Finch, la quale ora trascorre il proprio tempo a fissare il giardino dove si aggrovigliano furiosi i rami spogli, irti di spine, delle rose. Quando a Mabs viene offerta la possibilità di lasciare i canali e diventare la dama di compagnia della signora Finch, accetta senza esitazioni, incredula davanti alla prospettiva di lavorare in una dimora signorile. Ma nulla è mai davvero come appare, e Mabs, Otty e Olive verranno presto trascinate in una storia piena di ombre, di antichi rancori e segreti troppo a lungo taciuti… Dopo il successo dei suoi libri precedenti, Tracy Rees torna con un avvincente romanzo che, spaziando tra il lusso e la povertà dell’Inghilterra vittoriana, racconta l’amicizia e la solidarietà femminili.

«Tracy Rees è la nuova, eccezionale voce del romanzo storico».

Lucinda Riley

«Tracy Rees ha il raro dono di creare personaggi per cui si fa il tifo fin dalla prima pagina. La scrittura è fresca e coinvolgente, con un umorismo delicato… Questo è un romanzo che ti tiene avvinto fino alla fine».

Gill Paul

«Scritto magnificamente, Il giardino delle rose raggiunge il perfetto equilibrio tra dramma storico da assaporare e romanzo d’evasione da divorare».

Hazel Gaynor

«Una storia avvincente».

Woman’s Weekly

«Un ricco e prezioso arazzo di storie femminili».

Liz Fenwick

 IL GIARDINO DELLE ROSE

di Tracy Rees

Neri Pozza 2023

Ada Arduini ( Traduttore )

Narrativa, pag.384

 Recensione di Francesca Mogavero

Le rose sono creature particolari: ne esistono di varietà e sfumature pressoché infinite, rampicanti, carnose, prorompenti come dive di teatro o timide e piccine come debuttanti retrò al loro primo ballo; hanno petali soffici come carezze materne, e spine che colpiscono in profondità; sbocciano nei luoghi e nelle stagioni più impensati, restano belle e sontuose anche se dentro non scorre più vita o, al contrario, appaiono spacciate, perdute per sempre, e poi rinascono in un nuovo bocciolo.

Le rose sono fenici. Bruciano dentro, per mancanza di pioggia e per un sole violento, ma poi tendono le foglie salutando il mattino, affondano le radici più in profondità e tornano loro stesse, anzi, più belle e forti perché più consapevoli.

Una singola corolla trasforma in casa incantata anche il giardino più spoglio, ma è l’insieme a rendere le rose un trionfo di profumi e colori, in cui nessun petalo soffoca il vicino, ma ciascuno sostiene l’altro, creando uno spettacolo nuovo e reale. 

Queste sono Olive, Mabs, Otty, Abigail, ma anche Jill, Clover, Jenny, Lou, Rowena e le altre, eroine, comprimarie, presenze di passaggio (ma che lasciano un segno indelebile o danno l’avvio a un grande cambiamento) del romanzo di Tracy Reese.

Il giardino delle rose è uno spaccato della società inglese di fine Ottocento, ma soprattutto un affresco della condizione femminile, soggetta alla morale e all’ego dell’uomo nelle case lussuose come nei sobborghi, nel pubblico come nell’intimità (talvolta mostruosa) della famiglia. Con qualche eccezione, certo… e per fortuna. 

Come salvarsi dagli abissi della miseria, come realizzare il desiderio di maternità, come rivendicare la propria intelligenza, il proprio diritto alla felicità, all’istruzione e all’indipendenza senza scendere a insensati compromessi né chiedere permesso?
Come essere credute ed essere viste per chi si è davvero, e non attraverso il filtro della smania di controllo e delle convenzioni più trite?

Guardandosi dentro e non trovandovi nulla di sbagliato, ma solo una sconfinata sete di vita.

Guardandosi attorno e scoprendo una sorella nello sguardo di un’amica, una vicina, una sconosciuta che ha appena incrociato il nostro cammino… Per poi ardere e rifiorire insieme, ognuna a suo modo e con i propri tempi.

Con uno stile moderno e affettuoso, l’autrice ci regala una storia corale che ci avvolge in un abbraccio vellutato e ci dimostra che, se la strada è ancora lunga, il terreno è fertile, il vento è giusto e i fiori sono pronti a sbocciare.

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Tracy Rees


nata nel Galles e laureata a Cambridge, ha scritto diversi saggi. Il suo primo romanzo, Amy Snow, è stato pubblicato in Italia da Neri Pozza nel 2016. Con la stessa casa editrice ha pubblicato anche Florence Grace, nel 2017 e Casa Silvermoor, nel 2022.

A cura di Francesca Mogavero

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