Il mostro del buio




Sinossi. Un corpo mutilato e senza vita viene ritrovato nella foresta. Un investigatore viene mandato lì, tra le montagne della Carnia, a indagare. Così inizia il viaggio al limite del soprannaturale di Lorenzo De Filippi, perché ogni indizio pare condurre a un enorme cane nero. Ma Lorenzo deve confrontarsi con questa assurda realtà e con gli spettri del proprio passato, non può indugiare nel dubbio perché l’assassino continua a colpire. Riuscirà De Filippi a trovare il colpevole di tanta ferocia e a riportare la pace nel paese di Valverde?

 IL MOSTRO DEL BUIO

di Davide Stocovaz 

Dark Abiss Edizioni 2023

Horror, pag.170

 Recensione di Alessio Balzaretti

Sceneggiatura o romanzo? C’è differenza fra le due cose?

Due domande sostanziali mi si sono presentate davanti fin dall’inizio di questa lettura.

Le risposte sembrano nascere quasi spontaneamente, ma è difficile motivarle senza aver messo sotto gli occhi, almeno una volta nella vita, entrambe queste “versioni” di uno scritto.

Sintetizzando, la sceneggiatura è una suddivisione in scene di un’opera teatrale, cinematografica o radiotelevisiva che può avere origine da una storia vera o fantastica, oppure da un romanzo.

Il romanzo invece è un testo narrativo scritto in prosa, che segue una ritmica ben precisa e regole grammaticali piuttosto rigide. 

Il mostro del buio è un testo che si muove in una sorta di “terra di mezzo”, dove alle volte inciampa, cade, si rialza, cade di nuovo e poi prosegue migliorando, come se ogni caduta lo rendesse migliore passo dopo passo.

La vicenda di Valverde ha origine da una leggenda dove una giovane strega emarginata dagli abitanti del paesino di montagna, realizza la sua vendetta nei confronti di un gruppo di giovanotti presuntuosi.

La maledizione che scaglia contro di loro, si materializza in un enorme cane lupo che si aggira tra i boschi circostanti e i vicoli del centro abitato.

Quando cala la luce del giorno l’animale va a caccia, con una ferocia che difficilmente lascerà scampo ai tre, la cui spavalderia iniziale lascia spazio al terrore.

Alessio e Daniele sono gli unici due testimoni del fatto che Lucilla, la giovane strega, sia ancora nel bosco, viva e vegeta, bellissima come sempre ma anche guardinga con chiunque si avvicini alla sua casa. Sono due ragazzini curiosi, nulla di più, ma si rendono conto di aver violato un territorio magico e pericoloso.

De Filippi e Martini, i due ispettori assegnati al caso, dovranno affidarsi ad Alessio, il più coraggioso dei due, per tentare di salvare il sopravvissuto alla piccola strage.

La storia appare abbastanza stereotipata, tuttavia sono molte le leggende che si somigliano e prendono spunto l’una dall’altra, quindi è accettabile ritrovare la figura della strega cattiva che cattiva non è, oppure il canide con zanne e artigli che semina terrore quando in realtà sta compiendo una vendetta.

Il tutto arricchito da una serie di figure retoriche appartenenti ad un linguaggio quasi medievale, che stride abbastanza con il tempo contemporaneo in cui si svolge la vicenda.

Al di là della storia da cui avrei voluto farmi rapire, purtroppo la mia attenzione si è spostata sulla qualità del testo fin dalle prime pagine e qui torniamo alla domanda iniziale.

È una sceneggiatura o un romanzo?

Purtroppo la sceneggiatura non ha il ritmo di un romanzo e non ha le attenzioni grammaticali di una prosa e come lettore mi ha fatto pensare ad un testo non revisionato.

Proseguendo, le cose sono migliorate, ma sono rimasto col dubbio se effettivamente fosse così, oppure se fossi io ad essermi adattato a ciò che stavo leggendo.

Insomma è stato come ascoltare una canzone con un buon riff ma anche con tante stonature, di quelle che potrebbero rimanerti in testa ma che probabilmente dimenticherai velocemente.

Davide Stocovaz, a mio parere ha buone idee ma non ha ancora trovato il giusto confine oltre cui svestire i panni dello sceneggiatore per vestire quelli dell’autore letterario.

Trova spesso del materiale interessante ma non ha ancora tutti gli strumenti per lavorarlo.

È un percorso che spero possa essere proficuo per lui, ma in cui i lettori devono entrare con un risultato qualitativamente superiore.

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Davide Stocovaz 


Nato a Trieste nel 1985. Autore e sceneggiatore, tra i suoi romanzi di genere horror/thriller ricordiamo “Zanne nelle Tenebre”, “Abissi”, “Ombra di Morte”, “Addendum”, “Il Mostro del Buio” e “La Giungla dell’Orrore”. Nel 2010 vince il Primo Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador, dedicato a Matteo Caenazzo. Alterna il percorso in narrativa con la stesura di poesie. La sua prima raccolta poetica “Sussurri nel Vento” è stata pubblicata nel 2022 dalla Ensemble Edizioni. Visceralmente legato alla sua città natale, continua il suo percorso nella narrativa con la stesura di racconti, romanzi e poesie.