Il passato dietro l’angolo




Recensione di Loredana Cescutti


 

Autore: Michela Bellini

Editore: Frilli

Genere: Noir

Pagine: 160 p., R

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Veronica abita a Milano dove lavora come stylist. La sua vita è quella di una donna di successo, frenetica e soddisfacente, senza legami stabili. Una sera viene aggredita e buttata in terra da una persona che non riesce a vedere. Da quel momento si succedono episodi inquietanti che minano la sua sicurezza e la sua stabilità mentale: altre aggressioni, violazioni di vario tipo del suo appartamento e così via. Poi ad una festa incontra Dario, giovane fotografo del quale finirà per innamorarsi. Anche la storia con lui si trasforma però in un incubo perché Dario comincia ben presto a farla soffrire. Tra le aggressioni dello sconosciuto e i maltrattamenti di Dario, Veronica scivola rapidamente verso l’alcolismo e l’autodistruzione. Nella vita di Dario è nascosto un segreto: una sorella alcolizzata di cui è l’unico ad occuparsi che pian piano lo trascina verso lo squilibrio mentale. Queste vicende alla fine si ricollegano, svelando l’identità e le motivazioni del persecutore. La situazione precipita verso l’inevitabile catarsi: per entrambi i protagonisti ci sarà una sorta di riscatto finale anche se di segno opposto.

“… non ce la faccio. Ho paura. Da sola non posso…”

Recensione

Ho letto questo libro con l’autentica percezione di essere rimasta senz’aria nei polmoni per la durata di ogni singola pagina.

Non per l’adrenalina però.

Non per l’alta tensione.

Bensì per il dolore crescente.

E la rabbia frustrante.

L’impotenza dettata dall’essere al di qua delle pagine mi ha avvolta.

Non riuscivo a farmi ascoltare, pur urlando, non riuscivo a farmi sentire pur agitando le mani per scuotere il libro nella speranza di attirare l’attenzione e farmi udire da Veronica.

Ho provato frustrazione, rabbia, addirittura una sorta di odio ma nulla.

Non ce l’ho fatta.

Non ci sono riuscita.

Michela Bellini ha raccontato una storia che mi ha capovolta, mi ha stremata, mi ha fatto veramente male.

Ma diciamolo in onestà, ha semplicemente ridato voce, ancora una volta, ad un problema che, oggi, come cinque anni fa o più, nel mondo sempre più moderno è tuttora fin troppo presente e miete vittime quotidianamente.

Il tema della violenza, qui, viene affrontato da entrambe le prospettive con una scrittura che non ti lascia mai sola, e che altresì assume le tinte sempre più nere di una storia che non puoi lasciarti alle spalle, perché è più vicina di quanto potresti pensare.

Poche parole, ma l’effetto di una bomba che riesce a distruggere dignità, sicurezze ed equilibrio.

Ti fa vacillare.

Sto cercando di fingere che non sia successo, sto nascondendo la testa sotto la sabbia. Non ce la faccio ancora ad affrontare la realtà: è troppo brutta e anche un po’ surreale…”

 Di pagina in pagina si assisterà all’escalation di un dramma che potrebbe apparire veramente surreale ma che di fatto, si mostrerà in tutta la sua triste evoluzione reale e negativa.

Non mi sono mai sentita così sola…”

Solitudine, estraniamento, voglia di scomparire, di annullarsi, di impermeabilizzare i sentimenti e le emozioni col solo scopo di non soffrire, che si fondono diventando un tutt’uno con la vittima guidandola in modo sadico verso un pericoloso crinale, prima di tentare di spingerla completamente nel fondo dell’abisso.

La scrittura di Bellini mi ha conquistata per la schiettezza e l’essenzialità del suo romanzo, che seppur per quantità di pagine potrebbe dare l’impressione di essere solo lo scheletro di una trama tutta da rimpolpare, per tematica si presenta talmente dolorosamente travolgente da renderti conto, che il di più sarebbe stato troppo, appunto.

La rabbia, che ormai ha preso il posto della vita, lo devasta.”

La cronaca di una violenza annunciata che anche se sempre e comunque non ha alcun tipo di giustificazione, in questo frangente assume tinte ancora più fosche e malate, che rendono se possibile, la storia, per la vittima, ancora più destabilizzante.

“… lei era ancora troppo indipendente. Presto le cose sarebbero cambiate. Ci voleva solo ancora un po’ di pazienza.”

 Non si può che fare i complimenti a quest’autrice per come, in modo coraggioso, a mio avviso, ha presentato ai suoi lettori una storia che ti costringe a tenere gli occhi ben aperti, a riflettere e, a cogliere i segnali, visibili e invisibili, che possono essere il sintomo di una richiesta d’aiuto, che seppur debole per la paura onnipresente di essere scoperti, anche in modo involontario, può arrivare.

Come se fosse colpa mia, come se mi vergognassi…”

Se noi siamo in grado di coglierla.

Perché quello di Michela Bellini è un romanzo.

Quella che invece, ci attornia tutti i giorni, è la realtà.

Buona lettura!

Michela Bellini


è nata a Milano, dove vive. Dopo studi classici si laurea in Lingue specializzandosi in Letteratura angloamericana. Da sempre appassionata lettrice, negli anni Novanta si dedica alla scrittura di favole che crea insieme alle sue figlie. Passa poi ai racconti e alla poesia, pubblicando varie raccolte. La passione per le storie la porta a scrivere un giallo psicologico, nasce così Il passato dietro l’angolo. Ama scattare foto e per questo apre un suo blog sul quale, quando arriva la pandemia, pubblica un diario ironico del primo lockdown, corredato di foto, che ha poi raccolto in un libro: Diario ai tempi del Corona. Ha pubblicato: Diario ai tempi del Corona – cronaca semiseria di un incubo (Amazon kdp 2021), IO E IL MOSTRO (Gedi Gr. Editoriale Spa 2015), SUCCEDE (Gedi Gr. Editoriale Spa 2015), Foglie Sparse (Ed. Tracce 2004), L’ultima collana (Oedipus 2004), Tempo variabile (Bulzoni Editore 2001). Ha partecipato: nel 2020 e nel 2018 al FIPM (Festival Internazionale di Poesia di Milano), nel 2017 al Festival Internazionale della Poesia di Strada di San Donato, nel 2017 e nel 2016 a “Cortili in-versi” a Rogoredo e a vari Reading poetici. Ha esposto: nel 2016 la sua mostra di foto e poesie “Frammenti” alla Camera del Lavoro a Milano e allo Spazio Coop di Rogoredo.

 

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