Il senso della frase




Sinossi.La bugia è la cosa più personale che esista nell’essere umano, perché se la costruisce da sé. Chi ruba quelle degli altri è come se ne rubasse l’anima. Lazzaro Santandrea, eroe immaturo con molte macchie e qualche paura, ascolta per caso una conversazione in un bar: una ragazza racconta le stesse identiche storie di Nicky, bugiarda patologica da tempo sparita dalla circolazione. Lazzaro è l’unico detective che, anziché cercare la verità, vuole ritrovare la bugia, per dare a Cesare quel che è di Cesare e a Nicky quel che è di Nicky. In una Milano allucinata, tra paralitici massacrati, Babbi Natale armati di revolver e Cappuccetti Rossi in fuga, con l’aiuto di un taxista psicopatico e di un attore fallito, comincia la ricerca del tempo perduto (a poker), ascoltando menzogne innaffiate da lacrime, sangue e diluvi universali. La terza indagine di Lazzaro Santandrea, investigatore suo malgrado in un noir che non assomiglia a nessun altro romanzo poliziesco.



Trama. Lazzaro Santandrea è a casa, in convalescenza dopo essersi rotto il coccige, si annoia, compone numeri di telefono a caso e così conosce Leona, la invita a casa e quando questa si presenta cerca di ucciderlo non una ma due volte. Ivan il cui nome non è Ivan conosce Lucy il cui vero nome non è Lucy, entrambi impacciati entrambi desiderosi uno dell’altro ma il giorno del loro secondo incontro, Lucy e Ivan vengono invitati da degli amici ricchi di Ivan, bevono, bevono fino a stare male finché Ivan viene mandato a comprare le sigarette mentre Lucy sparisce e il suo corpo non verrà mai ritrovato. Le due storie si intrecceranno in questo romanzo psichedelico nel quale Lazzaro Santandrea sarà trascinato in una investigazione sui generis in quanto solo scoprendo tutte le bugie che incontrerà lungo la sua strada potrà arrivare a scoprire la verità. Trama intricata difficile da riassumere  e di questo chiedo scusa per la mia incompetenza ma mi rendo conto che potrei mandarvi in confusione è per questo che vi invito a leggere questo romanzo, leggerlo con attenzione e pazienza. 

 IL SENSO DELLA FRASE

di Andrea G. Pinketts

HarperCollins 2023

Noir, pag.352

 Recensione di Bruno Balloni

Il nostro caro Pinketts sa scrivere molto bene e lo sa, per lui le parole sono note musicali e un romanzo è un’improvvisazione jazz e proprio come la musica jazz può essere apprezzata solamente da chi ama il genere.

Il cultore della lirica e della musica classica storcerà il naso è innegabile ma a Pinketts non interessa, lui inizia e prosegue con le sue improvvisazioni stilistico letterarie la trama ha poco senso tanta è l’importanza delle frasi.

Ne “Il senso della frase” ritroviamo i soliti personaggi “Pinkettiani” e alcuni nuovi comunque caratterizzati da “anomalie”, che siano fisiche o comportamentali poco importa ciò che interessa è che siano, in un modo o nell’altro, complementari all’universo parallelo nel quale vive e sopravvive Lazzaro Santandrea.

Un romanzo noir del tutto anomalo,Il senso della frase” racchiude nel titolo ciò che ne è l’essenza. Come anticipato la trama è il solo punto debole, forse troppo articolata, forse un po’ confusa, forse messa in secondo piano dalle “frasi” perde via via importanza fino a essere relegata a umile collante del viaggio alla ricerca della verità e del “senso” di Lazzaro Santandrea salvo lasciargli un senso di vuoto nello stomaco alla scoperta di quanto dolore possa provocare il raggiungimento della verità quando questa è cercata per il proprio egoismo.


Romanzo consigliato ma solo a chi ritiene di possedere “Il senso della frase”.

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Andrea G. Pinketts


ANDREA G. PINKETTS: Pseudonimo di Andrea Giovanni Rodolfo Pinchetti nacque a Milano il 12 agosto 1960 è stato scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano. Vincitore di premi letterari e giornalistici, tra i quali due Mystfest e il premio Scerbanenco ha alternato la carriera di scrittore a quella di giornalista conducendo inchieste per Esquire e Panorama. È autore di molti romanzi in bilico tra noir e grottesco, molti dei quali incentrati sulla figura di Lazzaro Santandrea, suo alter ego e protagonista di bizzarre avventure nella Milano contemporanea. La sua peculiare prosa, contraddistinta da un uso del linguaggio originale e dissacrante, ha attirato l’attenzione della critica, che lo ha definito uno scrittore “post-moderno”