Recensione a confronto. Il serpente maiuscolo




 Il serpente maiuscolo


Autore: Pierre Lemaitre

Editore: Mondadori

Traduzione: Elena Cappellini

Genere: noir

Pagine: 252

Pubblicazione: 11-01-2022

 

 

 

Sinossi. Mathilde Perrin ha sessantatré anni, è vedova e abita con il suo dalmata in una villetta a Melun, non lontano da Parigi. Nessuno mai sospetterebbe che dietro quella donna elegante, curata e un po’ sovrappeso si nasconda un sicario. Implacabile, precisa, addestrata fin dalla prima giovinezza, Mathilde non sbaglia un colpo e porta a termine a sangue freddo tutti i compiti che il comandante – suo superiore ai tempi della Resistenza – le affida. “Mathilde non ha mai sprecato una pallottola, solo lavori puliti e senza sbavature. Stasera è stata un’eccezione. Un capriccio. Avrebbe potuto colpire da più lontano, fare meno danni e sparare un proiettile solo, certo.” Sì, perché in effetti da qualche tempo qualcosa non va. Mathilde si lascia un po’ andare a certe crudeltà gratuite per “abbellire” le sue missioni. E inizia davvero a perdere la testa: dimentica di disfarsi dell’arma, sbaglia bersaglio, è convinta che il suo vicino di casa abbia decapitato il suo cane… L’ispettore Vassiliev intanto sta indagando sui suoi omicidi, ha “la testa piena di serpenti” e deve individuare al più presto il serpente maiuscolo, il misterioso assassino che colpisce con ferocia e senza una logica apparente. In questo gustoso e cattivissimo gioco al massacro in puro stile Tarantino, Pierre Lemaitre dà il meglio di sé con il suo spirito caustico, brillante e impietoso. Scritto nel 1985 e inedito, Il serpente maiuscolo è il suo primo noir e, nelle sue intenzioni, l’ultimo che pubblicherà e con il quale desidera dare l’addio al genere.

 

 

Recensione di Marina Toniolo
Recensione di Claudia Cocuzza
 

Tutti noi abbiamo dei tarli in testa o, per meglio dire, dei pensieri-serpenti che guizzano veloci e assillanti. Quelli dell’ispettore Vassiliev sono il capo Occhipinti, un inetto e mangiatore di arachidi, e l’assassino che sfugge alla cattura ma che, prima o poi, uscirà di nuovo allo scoperto e commetterà un errore fatale. Questo è un noir gustosissimo che viene voglia di raccontare a tutti quelli che si incontrano perché è troppo strano, troppo particolare, troppo truculento.
Siamo nel 1985 quindi non esistono ancora tutti i ritrovati tecnologici che permettono di comprendere indizi e moventi. L’ispettore si deve affidare al suo intuito che lo porterà vicinissimo alla soluzione ma Mathilde è una donna assolutamente fuori dagli schemi. E’ dotata di fredda lucidità e di una intelligenza primordiale. E’ stata amata dai colleghi della Resistenza e in egual modo temuta per i metodi poco ortodossi utilizzati.

Peccato che a 60 anni suonati cominci a perdere qualche colpo dimenticandosi le regole base che sono il fondamento delle sue attività di sicario. E diventa una scheggia impazzita. Chi riuscirà a fermarla? Il compagno e comandante Henry, l’uomo che ha sempre amato Oppure il timido ispettore Vassiliev? Solo gli scrittori francesi sono dotati di questo humor macabro e caustico dove veniamo trasportati in una girandola di morti sanguinolenti e proiettati nella mente della protagonista. Ringrazio Lemaitre che non ha avuto la tentazione di rimaneggiarlo: solo così possiamo gustare appieno l’esperienza sensoriale che ci lascia, la sensazione di aver avuto per le mani una perla di rara bellezza. Perché, alla fine, sotto sotto, desidereremmo tutti una 44 Magnum da tenere nell’orologio a cucù, perfettamente oliata, funzionante e senza sicura, a disposizione se i vicini ci infastidiscono

 

Il serpente maiuscolo è un thriller, dalla forte connotazione noir, che mi ha spiazzata; totalmente. Protagonista è Mathilde, una vedova sessantatreenne dalle braccia corteÉ bassa, larga e pesante; dalla sua ha bellissimi occhi azzurri e…basta, fisicamente è un disastro.  Ma è quello che non si vede il suo punto di forza: è un killer spietato.

Fa parte di un’organizzazione che eroga un servizio speciale ‒ omicidio su commissione ‒, strutturata come un’azienda, con tanto di reparto delle risorse umane e forniture. Sembra la FIAT.

A vederla, Mathilde è la nonnina della pubblicità dei biscotti. La sua copertura quindi è perfetta; è assolutamente insospettabile. Il problema è che, invecchiando, è diventata irascibile e ammazza anche gente che la fa innervosire. Accanto a Mathilde troviamo “il comandante”, Henri, di cui è segretamente innamorata ‒ e ricambiata‒ da sempre. Abbiamo una sotto trama rosa? Non proprio; a me sono venuti in mente Oliver  e Barbara, i protagonisti de “La guerra dei Roses”. E la polizia? Qualcuno dovrà pur indagare su queste morti. Il caso viene affidato all’ispettore René Vassilev e al suo superiore, il commissario Occhipinti. Due tipi che assomigliano più a Gianni e Pinotto che non a una coppia investigativa.  L’omicidio è avvenuto a maggio. Alla vigilia delle vacanze, il commissario Occhipinti ha un unico desiderio, sbarazzarsi di quel caso che puzza un po’ troppo di bruciato.  Vassiliev, invece, è stato esonerato al termine della prima settimana […]. I funzionari che lo mettono da parte non vanno per il sottile: non è all’altezza. Vassiliev non se ne lamenta.”mRiusciranno i nostri “eroi” a stanare il serpente maiuscolo”, l’autore di questi inspiegabili delitti?

Mah, di certo Vassilievha la mente piena di idee confuse. Ho dei serpenti nella testa, si dice. Usa il plurale perché sono tanti”

Un noir ironico, grottesco anche nei momenti drammatici, esilarante e graffiante; immagini crude come da tradizione noir francese e hard boiled americana, ma ciò che rimane impresso è il tono scanzonato con cui l’autore ci conduce a un epilogo sorprendente. Consigliatissimo.

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Pierre Lemaitre


Pierre Lemaitre (Parigi, 1957) ha insegnato per molti anni letteratura, ed è approdato tardi alla carriera di scrittore e sceneggiatore.
Nel suo primo romanzo, Travail soigné, Lemaitre ha reso omaggio ai suoi maestri (Ellroy, McIvanney, Easton Ellis, Gaboriau). Il libro è stato insignito del Prix du premier roman al Festival di Cognac nel 2006.
Il Dizionario delle letterature poliziesche, a proposito del libro, ha sottolineato come il “romanzo si faccia ricordare per alcune scene di estrema violenza”. A questo proposito, l’autore ha avuto occasione di chiedersi “Nei fatti di assassinio, come si definisce un limite ‘ragionevole’?”
Il suo secondo romanzo, Robe de marié, è un thriller puro. L’autore spiega di essersi ispirato nella stesura di questo romanzo al titolo di un saggio scritto da Harold Searles, Lo sforzo per far impazzire gli altri e di aver voluto scrivere un libro dal quale Hitchcock avrebbe voluto trarre un film.
Cadres noirs (2010) mostra un ulteriore cambio di direzione. Thriller sociale, è una denuncia vibrante contro la finanza e il management, che l’autore sostiene essere “una delle grandi rapine del secolo”.
La sua opera Alex, prima ad esser tradotta in italiano, riprende il protagonista del primo romanzo, il comandante di Polizia Camille Verhoeven, coniugando la vicenda narrata con lo stile adottato in Robe de marié.
I romanzi di Lemaitre sono tradotti in diverse lingue. In Italia le opere di Pierre Lemaitre sono state pubblicate da Fazi e Mondadori. Con quest’ultimo ha pubblicato inoltre Ci rivediamo lassù (2014), vincitore del Premio Goncourt, Tre giorni e una vita (2016) e I colori dell’incendio (2018).

 

 

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