Intervista a Fabio Troiano




A tu per tu con l’autore 

A cura di Sara  Magnoli 


Era il 1963 quando Simenon pubblicò “La camera azzurra” (“La chambre bleue”), da cui nel 2014 nacque anche un film.

Il 17 ottobre al Carcano di Milano l’opera, adattata per il teatro da Letizia Russo, debutta con la regia di Serena Sinigaglia, portando sul palco una storia che mescola sensualità e pathos, paura, omertà, moralismo e tradimento, scavando nei segreti più profondi dell’animo umano. Due amanti, Tony e Andrée, entrambi sposati, si ritrovano, dopo essersi amati clandestinamente nella camera azzurra di un hotel, in un’aula di tribunale. L’accusa è quella di omicidio. E l’interrogatorio diventa il luogo drammaturgico in cui si snoda il racconto, aprendo e chiudendo frammenti di realtà come flashback della storia.

Dopo il Carcano di Milano, dove sarà in scena fino al 27 ottobre, lo spettacolo toccherà il 29 ottobre il teatro Trivulzio di Melzo (Mi), a novembre il 4 il Nuovo di Borgomanero (No), dall’8 al 13 il Bobbio di Trieste, il 14 il Comunale di Pergine Valsugana (Tn), il 21 il Fonderia Leopolda di Follonica (Gr), il 22 il Comunale Giotto di Vicchio (Fi), il 23 il Teatro degli Astrusi di Montalcino (Si), il 29 il Politeama Boglione di Bra (Cn), il 30 il Tirinnanzi di Legnano (Mi), a dicembre il 3 e il 4 il Comunale di Monfalcone (Go), il 7 il San Filippo Neri di Nembro (Bg), l’11 l’Accademico di Castelfranco Veneto (Tv), il 12 il Metropolitano Astra di San Donà di Piave (Ve), il 13 il Mattarello di Arzignano (Vi), il 14 il Comunale Bellini di Casalbuttano (Cr), il 18 il Teatro dei Differenti di Barga (Lu), il 19 e il 20 il Teatro dei Servi di Massa, a gennaio il 10 lo Spazio Tondelli di Riccione, dal 17 al 19 il Teatro Curci di Barletta (Ba) e il 31 il Comunale Aprosio di Ventimiglia (Im).

 

 

In scena, per questa produzione Nidodiragno/Coop Cmc Sara Novarese, che debutta proprio nel trentesimo anniversario dalla morte di Georges Simenon, Irene Feri, Giulia Maulucci, Mattia Fabris e Fabio Troiano, con cui Thrillernord ha parlato dello spettacolo, del suo ruolo, ma anche del suo rapporto con il giallo e il noir. Partendo proprio da Simenon.

 

Fabio, lei ha prestato il suo volto al cinema, in tv, al teatro, anche a tanti personaggi e a tante situazioni che toccano il giallo, il noir, il thriller, il poliziesco: che rapporto ha con questo genere come lettore e come spettatore?

Per il giallo ho una passione, il genere mi intriga, anche se molto di più al cinema che come lettura. Perché sono un po’ pigro, ho voglia di vedere subito che succede e il cinema in questo senso è più immediato. Comunque, ripeto, il noir mi intriga molto.

 

 

E con Simenon? Portate in scena un lavoro che non è Maigret, ma che indaga proprio il crimine a livello anche psicologico. Come si rapporta a questo grande scrittore?

Proprio per la figura di Maigret credo siano davvero poche le persone che non sono entrate in contatto con l’opera di Simenon, che non l’hanno letto o non l’hanno visto in tv. Io lo conoscevo proprio per quello, ma adesso, affrontando questo romanzo da cui è nato lo spettacolo, ho conosciuto un nuovo Simenon, mi sono documentato anche su un Simenon che non è solo Maigret. E credo che in “La camera azzurra”, per certi versi, abbia descritto anche un po’ se stesso. Ho scoperto, per esempio, che le donne gli piacevano molto.

 

Ecco, il testo. “La camera azzurra”, un romanzo forte, intenso. Come avete lavorato?

Innanzitutto si tratta di un adattamento di Letizia Russo con la regia di Serena Sinigaglia che ha asciugato molto il romanzo tenendo il focus sui quattro personaggi principali, Tony, Andrée, Gisèle e Il giudice. Tony e Andrée sono i due amanti, entrambi sposati, che si trovano ogni giovedì nella camera azzurra di un hotel, fino a quando lei, mente criminale, davanti alla risposta di lui che resterebbe con lei per sempre, uccide il marito, mettendo in difficoltà l’amante che alla fine è succube di una storia di cui è protagonista, ma che non pensava avesse questo epilogo.

 

 


Tony, l’amante, è il suo personaggio. Come lo definirebbe?

Tony è genuinamente sincero, anche il tradimento della moglie è un impulso maschile, lui non è un calcolatore. Il punto di partenza dello spettacolo è molto bello, Serena Sinigaglia è una regista geniale: il punto di partenza, appunto, è la scena, che è sempre la camera azzurra dell’hotel. I personaggi sono come congelati nell’ultimo appuntamento di Tony e Andrée, mentre il giudice cerca di indagare. Durante le prove ci diciamo sempre che, nel bene e nel male, molta gente si ritroverà in questa storia: l’interesse non è tanto il tradimento come atto, ma il fatto che accade da sempre e sempre accadrà. L’adattamento è negli Anni Cinquanta, ma il tema è molto attuale.

Fabio Troiano