La casa delle sirene




Sinossi. È il giugno del 1850, e Napoli è bella come non mai sulla spiaggia di Chiaia, con i pescatori stesi al sole insieme alle loro reti e le ragazze che ridono nell’acqua bassa. Elvira ha ventidue anni e potrebbe essere una di loro, e invece deve andare in sposa a Giuseppe Morelli, che conosce appena e sicuramente non ama. Ma la sua famiglia è caduta in disgrazia, e il matrimonio, per la società in cui vive, c’entra ben poco con l’amore e molto col sacrificio. Il primo giorno della nuova vita è però segnato da una scoperta nerissima, che sconvolge la bella villa fin nelle stanze della servitù – lo specchio e la lente di ingrandimento delle vite dei signori. Elvira si convince che una maledizione sia scesa sulla casa, e anno dopo anno ne vede ovunque la conferma: nelle scelte indigeste a cui il suo ruolo la consegna, nella solitudine grigia che pian piano la avviluppa, nel vicolo cieco dell’unica possibilità di un futuro diverso, suo e soltanto suo. E come una staffetta, la maledizione pare trasmettersi alla figlia Angela, bellissima ma altrettanto fragile, e a Giuseppina, adottata proprio nel tentativo di ripianare i debiti con il destino. Tre donne costrette a vivere per gli altri, a immolare i propri sogni, la propria libertà, la propria felicità “per il bene della famiglia”, alla cui ombra si nascondono le più scure prepotenze. E mentre i Morelli cercano di farsi un nome nel mercato dei tessuti e della moda, il mondo intorno si trasforma, con Garibaldi e quella strana unità del Paese che pochi capiscono, il fiorire di nuovi quartieri e una nuova moneta, le grandi epidemie che non fanno differenza tra ricchi e poveri, e le ancora più terribili malattie che si accaniscono sulla villa dei Morelli. Fino a quando, proprio dove meno ce lo si aspetta, brillerà la scintilla dell’emancipazione, la forza di strappare il diritto a vivere non la vita che ci è stata data in sorte, ma quella che la nostra anima si merita.

 LA CASA DELLE SIRENE

di Valeria Galante

Mondadori 2023

Narrativa, pag.456

 Recensione di Paola Iannelli

Elvira, Angela e Giuseppina, tre donne allo specchio, riflesse nel caleidoscopio di vite che circonda la saga della famiglia Morelli.

La Napoli della seconda metà dell’ottocento fa da sfondo a una saga familiare, dove tutto ruota intorno alla spasmodica ricerca dell’amore, l’unico sentimento che anima e decide le sorti delle protagoniste.

Il matrimonio all’epoca era considerato un obiettivo primario nella vita di ogni donna che si rispetti, la principale fonte di ascesa sociale, unito allo scopo di formare una famiglia degna di questo nome.

I sentimenti veri sono solo un intralcio, un frammento di emotività che corrode l’ingranaggio di una macchina antica, dove gli interessi economici sono alla base di tutto.

Un segreto unirà Elvira, sua figlia Angela e la trovatella Giuseppina, il ritrovamento di un anello su cui è impressa un’iniziale “M”, serpeggia silente lungo le loro vite intime. 

Le relazioni familiari in questo romanzo sono al centro di un racconto, che segue l’evoluzione della capitale partenopea, attraversa epidemie, solca ondate tempestose e approda sulle rive del golfo, dove una sirena di pietra suggerisce l’epilogo.

Sesso, bugie, tradimenti, fughe, crolli finanziari costruiscono il binario su cui viaggia la casa di queste donne, dove campeggia il fantasma di un’impiccata.

L’effetto sovrannaturale colora il racconto, l’ombra di un peccato domina nascosto nella penombra di una camera, dove si era consumato il suicidio.

Valeria Galante è lo pseudonimo di una nuova scrittrice, di cui non si conosce nulla, un mistero che negli ultimi anni ha acceso la fantasia del pubblico, sempre attento ai personaggi che non si mostrano.
Il fascino dell’autore nascosto semina consensi e approvazioni, una pratica antica che secoli addietro era utilizzata perché le donne non godevano di tanta considerazione da parte degli editori.

Oggi appare più come una sfida, un modo per decidere di non farsi ingurgitare dall’intricata rete del social media. Eppure dopo aver letto questo romanzo, essendo napoletana e per di più cresciuta nel quartiere, in cui la famiglia Morelli viveva, vorrei intervistare quest’autrice, sfiorare con lei i luoghi della mia infanzia e della mia gioventù.

In cambio vivo l’esperienza di rivolgermi a un fantasma, complice la lotta nell’essere contro, o forse un atto di volontà che sembra controcorrente, ma che serba un segreto: un indimenticabile scrittore, quale fu Francesco Mastriani, che con La cieca di Sorrento, Il mio cadavere, I vermi, I misteri di Napoli, diede l’avvio alla nascita del noir partenopeo, di cui noi oggi umilmente gode l’eredità.

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Valeria Galante


Valeria Galante, pseudonimo di chi «ha deciso di raccontare episodi vissuti dalla propria famiglia per fare pace con un passato lontano i cui fantasmi continuano a vivere nel suo presente. (Fonte Il Mattino.it)

A cura di Paola Iannelli

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