L’acqua più profonda




 L’acqua più profonda

di Katya Apekina

Bompiani 2022

Gaia Guerzoni (Traduttore)

Narrativa, pag.384

Sinossi. Dopo che Marianne viene ricoverata contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico, le sue figlie, Edie e Mae, di sedici e quattordici anni, sono costrette a lasciare la casa dove sono cresciute in Louisiana per andare a vivere a New York con il padre, Dennis, ex attivista per i diritti civili e scrittore. All’inizio le ragazze non si fidano del padre ritrovato e dell’affetto che lui dimostra, ma ecco che il forte legame che da sempre le univa inizia a sgretolarsi quando Edie sceglie di rimanere incondizionatamente fedele a Marianne, convinta che Dennis sia il vero responsabile del suo crollo, mentre Mae si avvicina sempre più al padre. Due voci, due racconti che dovrebbero essere la stessa storia, ma a chi possiamo davvero credere quando ci tuffiamo nelle acque torbide e profonde della memoria familiare?


Recensione di Stefania Ceteroni

Strana. La storia narrata da Katya Apekina è piuttosto strana. Questo è il pensiero che ho avuto dopo aver letto l’ultima parola dell’ultima riga. La storia di una famiglia che vede sgretolare i propri legami come uno zuccherino tra le dita. La storia di due adolescenti che si trovano a fare i conti con qualche cosa di troppo grande da affrontare: non tanto la separazione dei loro genitori quanto, piuttosto, il dover fare i conti con personalità fragili, capaci di influenzare le esistenze altrui portando a comportamenti estremi.

Lo sa bene Edie  che non ha mai creduto – e non crede – alla versione del padre ritrovato: a lui attribuisce la colpa di quanto accaduto alla madre e decide, dall’alto dei suoi sedici anni, di tornare da lei e affrontare un percorso “di salvezza” più grande di lei.
Ragazzina molto matura, in alcuni passaggi ho anche fatto fatica di portare alla mente la sua reale età, ma alle prese con qualche cosa di incontrollabile come può essere la malattia mentale di sua madre o, secondo il suo punto di vista, il malessere derivante dall’essere stata trattata come pazza.

Lo sa ancora di più Mae che mette sul piatto una storia difficile, difficilissima da comprendere: il suo attaccamento con suo padre che arriva ad essere morboso al punto tale da portarla sull’orlo della disperazione. 

Tutto troppo per lei: troppo importante recuperare il rapporto con il padre che si credeva perduto, troppo difficile decifrare ciò che le accade attorno, troppo semplice cadere da un gradino troppo alto della sua vita e troppo semplice rovinare a terra.

Non sono riuscita, purtroppo devo dirlo, a provare empatica con i personaggi. Con nessuno. Parlano tutti in prima persona, raccontano la loro versione dei fatti nell’arco temporale preso in considerazione dall’autrice ma nessuno mi è arrivato in modo particolare. Non mi sono emozionata nemmeno davanti al finale che emozionante avrebbe voluto esserlo.

Tutto troppo anche per me. 

È una storia che consiglio a chi ama leggere fuori dai canoni narrativi tradizionali e che voglia intraprendere un cammino fatto di sassolini che si infilano nelle scarpe… questa è la sensazione che ho provato durante la lettura.

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Katya Apekina


è nata a Mosca e vive a Los Angeles. È autrice, sceneggiatrice e traduttrice. I suoi racconti sono apparsi su The Iowa Review, Santa Monica Review, West Branch, Joyland, PANK e altre riviste. 

A cura di Stefania Ceteroni 

https://libri-stefania.blogspot.com