L’angelo di Castelforte




 L’angelo di Castelforte

di Gabriella Genisi

Rizzoli 2023

Collana, Nero Rizzoli

thriller, pag. 223

Sinossi. In questo romanzo di parole, respiri, tramonti, amore, morte, Gabriella Genisi ci racconta il lato più perturbante degli scrittori. E, come tanti piccoli indiani, ognuno di loro dovrà guardarsi le spalle. Al 149° piano di un grattacielo nel cuore della City, Victor Allen, un anziano lord inglese, regola lo schienale della poltrona, inforca gli occhiali color tartaruga e si immerge nelle bellezze del Salento. La trasparenza del mare che si fonde con la macchia mediterranea, la terra rossa punteggiata di ulivi, un panorama mozzafiato: non appena vede il video mostratogli dall’agente immobiliare decide che la tenuta nell’antico borgo di Castelforte sarà sua. Lì infatti fonderà una residenza per scrittori, selezionati in tutto il mondo per lavorare a un progetto letterario. All’inaugurazione, Castelforte risplende e sembra promettere una quiete paradisiaca ai futuri abitanti…Intanto Chicca Lopez, dopo l’ultima indagine che l’ha stremata, naviga su una barca nel mare d’inverno insieme a Glenda, la barista che le ha rubato il cuore. Ma la vacanza dura poco: una scrittrice della residenza è stata trovata con la testa fracassata, ed è solo l’inizio. L’indomita carabiniera deve tornare in servizio e indagare su un nuovo complicato caso. Torna una delle serie più amate della scena noir.

 Recensione di Sabrina De Bastiani

Mare terra ulivi cielo.

Morte. Mare terra ulivi cielo.

Morte. Mare terra ulivi cielo. Morte.

C’era, in quella sequenza che si snodava davanti ai suoi occhi, tutta la contraddizione di una terra benedetta dal Padre e maledetta dagli uomini.

E così ben descritta, raccontata, porta dalla penna inconfondibile e piena di talento  di Gabriella Genisi.

Due le assi portanti   della serie del maresciallo Lopez, qui alla terza avventura. Due fulcri, ambiente e personaggio principale, che non gareggiano tra loro per protagonismo.  

Nessuna antitesi o predominanza possibile si può configurare  perché , mirabilmente, profondamente, potentemente Chicca Lopez, che il Salento oscuro portava tatuato addosso,  è il Salento. 

La cifra del Salento è la magia, non riusciamo a farne a meno. Macare, diavoli e sirene e case stregate dalle nostre parti sono a ogni angolo, lo sai по?

 Macara, diavolo, sirena.

Tutto questo e molto ancora appartiene e pertiene  a Chicca, che,  come la magia del Salento,  ha incantato e conquistato i lettori fin dalle prime battute di  “Pizzica amara”.

Una volta ancora e di più nelle pagine de “L’angelo di Castelforte”, questa perfetta alchimia ci trasporta nelle pieghe di una storia che non si limita a insinuarsi nel nostro immaginario, ma erompe, abbranca e lo invade.

Tanti i temi che abbraccia con maestria, sensibilità e capacità narrativa l’Autrice, riuscendo a dare voce a una pluralità di espressioni senza disperderne i contenuti, senza fuorviare, senza affievolirne la portata, perchè questo sanno gli Scrittori maiuscoli, ascoltare l’anima e le storie di quelli che incontrano, sia persone reali che immaginarie. E restituirle. 

Ecco come, allora, ne “L’angelo di Castelforte”, trovi spazio, senza sconti, perchè laddove si tratti  di amore non ve ne è margine, il Salento di ieri e quello di oggi:

Noi cafoni, intendo. Ché la vita per i ricchi è sempre stata un’altra cosa, in Salento soprattutto, altrove. Ci vergognavamo delle nostre case scomode con i cessi nel cortile, delle tarantate, delle nonne che piangevano i morti urlando, delle tradizioni imposte fino a soffocarci. Della terra che dovevamo lavorare per gli altri fino a creparci le ossa e di un falso benessere che era arrivato all’improvviso ma allungava le mani per rubarci l’onestà.

L’unica cosa che potevamo fare noi che volevamo guardarci allo specchio senza sputarci addosso era fare le valigie e partire.

Andare lontano, non importava dove. A lavorare, studiare, morire. Andava bene qualsiasi cosa.

E come il passato di Chicca torni da lei, per agganciarla a un presente che si sta abbozzando e a un futuro tutto da scrivere, permettendoci di vedere una Lopez inedita, che si oppone sempre meno a quella dolcezza insita in lei alla quale finora si era impedita di indulgere, che prova a tornare sui suoi passi, per irrigare la terra bruciata che si era lasciata alle spalle.

Pagine animate da personaggi vivi e quotidiani, tanto da sentirli vicini in ogni battuta che li riguardi, in ogni gesto, modi di dire, abitudini, scorci che si inframezzano ai pensieri.

E, calato in questo scorcio di realtà, un giallo che ci sfida come la migliore e suggestiva delle stanze chiuse, che qui prende addirittura le fattezze di un borgo “chiuso”, Castelforte, che dà il nome al titolo e presta le sue ali a una trama noir che decolla fin da subito, fin dal presupposto che vede un gruppo di scrittori invitati in quella che è diventata la sua residenza letteraria da un facoltoso e notissimo autore inglese, Lord Victor Allen. 

Una sfida, partecipare a questo ambizioso progetto letterario con un proprio racconto, sebbene la sfida più grande sarà quella raccolta  dal  maresciallo Lopez: dare volto e movente alla mano omicida che che decima gli autori, a leggerne  la trama assassina e riuscire a piegarla a un finale diverso da quello che il colpevole avrebbe voluto scrivere.

Una corsa contro il tempo e contro le convenzioni quella degli investigatori, che ci attira come un implacabile magnete al finale sorprendente.

Una cavalcata al galoppo, fin dai suoi esordi,  contro gli stereotipi e gli sguardi unilaterali, quella di Genisi,  che ogni volta taglia il traguardo da vincitrice.

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Gabriella Genisi


è un’autrice italiana. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio del commissario Lolita Lobosco, la poliziotta più sexy del Mediterraneo, protagonista di alcuni romanzi pubblicati da Sonzogno, tra cui: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all’assassina (2015), Mare nero (2016), Dopo tanta nebbia (2017) e Lo scammaro avvelenato (2022). Ha inoltre scritto: La teoria di Camila. Una nuova geografia familiare (Perrone, 2018), Pizzica amara (Rizzoli, 2019), La regola di Santa Croce (2021) e L’angelo di Castelforte (2023).