L’anno delle parole




Sinossi. Libro incluso nella sestina finalista del Premio Bancarella 2023
Sullo sfondo di una Milano che riparte, le vicende di un anno che non dimenticheremo: il conflitto in Ucraina, il giubileo della regina Elisabetta, le elezioni presidenziali.

Nel cimelio liberty di corso Buenos Aires, una misteriosa lettera viene lasciata nella guardiola della portineria scatenando la curiosità degli inquilini. Chi sarà l’ignoto mittente? La ricerca si trasformerà in una caccia al tesoro che consentirà ai destinatari di fare i conti con i propri desideri, i propri sogni, e le proprie paure. Non mancheranno, così, nuove avventure che coinvolgeranno Diana e Regina, Agnes, Buk, Bea e il chihuahua Rimbaud, la vedova Merlizzi e la sua gatta Papillon, il dottor Bronte e il resto della compagnia del Macondo a cui si aggiungeranno nuovi adorabili personaggi. Un ulteriore mistero avvolgerà il palazzo: chi racconta le vite nel podcast “Le voci del condominio”? Dopo “L’anno dei nuovi inizi”, torna la compagnia ironica e travolgente di palazzo Ranieri.

“Bea Buozzi ha la capacità di prenderti per mano e accompagnarti nella Storia e nelle storie dei suoi personaggi mostrando il volto più vero e sincero di Milano, fatto di comunità chiassose e multiculturalità.
L’anno delle parole ritrovate è un romanzo da leggere e tenere caro per lo spaccato sociale che riesce a dipingere della nostra epoca.”
Silvia Zucca

 L’anno delle parole ritrovate

di Dea Buozzi

Morellini 2022

narrativa, pag.286

 Recensione Sabrina De Bastiani

Un dipinto dalle pennellate veloci con al centro un albero dal tronco nodoso e dalle radici contorte. Una perfetta metafora dell’anno in corso.

E’ il 2022, l’anno che ci restituisce e ci fa ritrovare Bea Buozzi, mese per mese, nel suo nuovo romanzo, anzi per meglio dire cronoromanzo

Un tempo relativamente vicino, quanto basta per ricordarne vividamente gli avvenimenti salienti e caratterizzanti nonché gli stati d’animo con i quali li abbiamo vissuti e le sensazioni che ci hanno attraversato. Un tempo talmente vicino, che la narrazione potrebbe essere definita propria di un  instant book, e senz’altro non a torto. Con la sostanziale differenza che la straordinaria sensibilità di un’Autrice che si conferma opera dopo opera, una delle voci più autentiche, originali, brillanti  e profonde della narrativa contemporanea, fa sì che noi si sia stimolati a riflettere e a ridefinire con lucidità cosa ci portiamo addosso dell’anno recentemente trascorso, cosa ci abbia  tolto e cosa ci abbia lasciato. Il tutto a  rendere, di fatto, un libro sugli istanti, un libro destinato a restare e al quale tornare, che ci appartiene e nel quale ci riconosciamo.

… le rondini destinate a un percorso insieme si riconoscono al primo frullio di ali …

Ed è così che tornano  in queste pagine, come un frullio di ali, i protagonisti de “L’anno dei nuovi inizi”, che già ci  avevano innamorato. Qualcosa di noi in ciascuno di loro, qualcosa di noi a Palazzo Ranieri,  Il palazzo, cimelio liberty dai balconi smangiati come le vite di chi lo abitava, e qualcosa al Macondo,  la minuscola utopia tra Piola e Piazzale Loreto, dove si poteva indossare la divisa da Peter Pan senza timore di essere giudicati, due luoghi fisici, ma, come chiarisce Buozzi due luoghi non geolocalizzabili. Non solo perchè inventati, ma perchè sempre più luoghi dell’anima, laddove noi siamo il navigatore di noi stessi, gli unici capaci di trovare la via nella tensione tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.

Di desideri, narra l’Autrice. DI sentimenti, di paure. Di amore. Di quei salti nel vuoto e senza rete con i quali abbiamo imparato a doverci misurare.  

Cosa ci salva e ci salverà, sempre?  

Le amicizie, poche ma buone, l’importanza di chi ti accetta senza formulare alcun giudizio ed è capace di tenderti la mano appena ne avrai bisogno. Questo è quanto mi serve. Il cerchio magico che si conta sulle dita di una mano.

Quella stessa mano che stringe, accarezza, sorregge, unisce.

Così come stringe, accarezza, sorregge, unisce la scrittura fatata di Bea Buozzi.

E ci porta con lei, che sia Milano, Venezia, Palazzo Ranieri, il Macondo, o il comodino accanto al nostro letto, dove poggiamo il libro una volta finita la storia. La nostra.

         Comprese che le attese sono pagine bianche di un diario necessarie per ottenere risposte e che le cose accadono senza preavviso, come la neve in tarda primavera che imbianca e confonde o le grandinate nell’inverno più gelido. Sono galaverna che diventa colla sui vetri delle auto e sabbia, portata dal deserto, in una notte di novembre

Acquista su Amazon.it: 

Bea Buozzi


Bea Buozzi, nata sotto il segno della rondine ma stanziale sotto il cielo di Milano, è una story teller a tempo indeterminato e una cacciatrice di sogni a progetto. Dopo aver fatto sognare con le sue cenerentole metropolitane nella trilogia dei tacchi (“Matta per Manolo”, “Tutte Choo per terra” e “La vita è una Loubou meravigliosa” editi da Mondadori), ha fatto viaggiare i suoi lettori in pieno lockdown, con “Love Trotter” (SEM). Dopo “L’anno dei nuovi inizi”, una storia nel tempo di resilienza e di rinascita, è pronta a ripartire con i suoi condomini e la compagnia del Macondo ne “L’anno delle parole ritrovate”.