Modus in rebus




Sinossi. Salamanca: città universitaria, barocca e romana, dove ogni casa è un monumento e ogni strada sa di mistero. Mentre la Spagna sta uscendo dalla dittatura franchista, l’assassinio di un prete fa perdere a Vittorio Fabbri gli amici, un affare e l’amore di Maite. Chi ha ucciso don Agustin? Amici e conoscenti si comportano in modo strano. Tutti potrebbero essere colpevoli, perfino Maite. A vent’anni di distanza, Maite è diventata un’ossessione, tanto che Vittorio torna a Salamanca per cercarla. Dovrà rientrare senza certezze a Milano, dove ben presto sarà coinvolto in altre due morti sospette e in un mistero letterario. Ancora una volta si innamora di una donna che gli procura guai e gli instilla dubbi su presente e passato. È un caso che questa donna gli ricordi terribilmente Maite?

 MODUS IN REBUS

di Riccardo Ferrazzi

Morellini 2023

Narrativa, pag.304

 Recensione di Gabriele Loddo

Di tutti i miei amanti Vittorio è stato forse il più tormentato. Quando ha scoperto di essere innamorato di me l’ho fatto soffrire. Lo faccio sempre, è più forte di me”.

Vittorio Fabbri ha un’attrazione viscerale per la Castiglia,” per i suoi pueblos che friggono al sole fra il giallo del grano e il rosso argilloso dei campi arati”, per le sue birre, le compagnie e il tirare fino a mattina nelle discoteche.

Per l’uomo è impossibile trascorrere la giovinezza, e la successiva carriera professionale, lontano da Salamanca, città che si rivela presto il fulcro delle sue ambizioni e delle sue disavventure. Quando poi Maite irrompe nella sua vita con la forza travolgente d un tornado, il rapporto con la metropoli, da semplice e innocente passione, diviene dipendenza.

Vittorio viaggia di continuo per raggiungerla da Madrid o dall’Italia. 

Nemmeno il suo coinvolgimento nell’assassinio di Don Augustin, le minacce di politici e di poteri occulti della comunità, così come l’abbandono degli amici, lo convincono ad allontanarsi per sempre, a dimenticare la donna che ama, ma che non lo corrisponde.

Nemmeno la misteriosa morte di Sergio Viganò di Bruno Turchetti, a lui vicini, lo fanno desistere o lo portano a rompere ogni legame coi complotti e le menzogne che lo inseguono e che lo coinvolgono in un incidente stradale.
Dietro ogni avvenimento c’è l’ombra di Maite e di Salamanca.

Modus in rebus” è un romanzo che obbliga il lettore a camminare nelle sabbie mobili. Nulla è chiaro fino in fondo, tutto è indefinibile, sospetto, a tratti paradossale.

L’autore Riccardo Ferrazzi crea un clima di tensioneche corre continuo lungo tutte le 304 pagine del libro. A volte ti fa arrabbiare attraverso le scelte del protagonista, testardo ma passionale, indomito ma talvolta ingenuo nell’agire.

Diventa difficile immedesimarsi nel suo modo di fare o di pensare, a ogni modo la sua caratterizzazione psicologica è comunque avvolgente, e capitolo dopo capitolo contribuisce a costruire una fitta ragnatela che ti fa domandare quale sarà la fine della storia.

Questo è il punto fondamentale particolare che per alcuni potrà risultare il vero punto debole dell’intera struttura: il finale aperto, più che sciogliere i tanti fili annodati durante la narrazione, lascia ancor più sospetti di quelli introdotti nello svolgimento della trama.

Lo stile narrativo è ricco e curato.Unica difficoltà è stata quella di visualizzare numerosi personaggi introdotti, talvolta caratterizzati con troppa fugacità.

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Riccardo Ferrazzi


Vive a Milano. Ha pubblicato tre romanzi: Cipango! (Leone Editore, 2013), con cui ha vinto il Premio Fiorino d’argento 2015; N.B. Un teppista di successo (Arkadia, 2018); Il Caravaggio scomparso. Intrigo a Busto Arsizio (Golem Edizioni, 2021). Ha pubblicato anche un libro a quattro mani con Marino Magliani, Liguria, Spagna e altre scritture nomadi (Pellegrini, 2015) e due saggi: Noleggio arche, caravelle e scialuppe di salvataggio. Breve discorso sul mito (Fusta, 2016) e Premonizioni (Oligo, 2023). Ha tradotto Mark Twain, Federico Garcia Lorca, Vicente Blasco Ibañez, Haroldo Conti e altri