Morte sotto le macerie 




Sinossi. Febbraio 1949. I settori occidentali di Berlino dipendono ancora dai voli umanitari che portano viveri e medicine, l’elettricità è razionata, si vive al buio e al freddo, e varcare il confine con la zona orientale è sempre più rischioso. Sulle colline di detriti su cui vengono riversate le macerie della città bombardata, è stata trovata una fossa comune con tre cadaveri. Gira voce che stia crescendo nel sottobosco criminale una nuova banda che spaventa persino la vecchia guardia: sono ragazzi ambiziosi e vanitosi, copiano i film sui gangster di Chicago, portano il cappello fedora e vestono completi eleganti con tanto di fazzoletto giallo nel taschino. E uccidono senza pietà. Per affrontare questa nuova criminalità il commissario Oppenheimer riunisce una commissione speciale con i migliori colleghi della città, eppure tutto sembra inutile. L’indagine langue, gli informatori scompaiono uno dopo l’altro, i rari testimoni non vivono abbastanza per parlare. E intanto c’è nell’aria un colpo grosso…

 MORTE SOTTO LE MACERIE

di Harald Gilbers

Emons Edizioni 2023

Angela Ricci ( Traduttore )

Genere: Noir

 Recensione di Salvatore Argiolas

Morte tra le macerie” è il settimo libro della saga del commissario Oppenheimer scritta da Harald Gilbers, serie che comincia con “Berlino 1944. Caccia all’assassino tra le macerie.”

La parola macerie che ricorre nei due titoli, anche se il titolo originale del primo giallo è “Germania”, è una chiave di lettura dell’intero ciclo perché le macerie sono fisiche, dato che la quasi totalità delle città della Germania furono pesantemente bombardate, sia spirituali, quelle dei tedeschi che pagarono un altissimo prezzo per la follia nazista.

Tra questi c’è il commissario Oppenheimer, di origine ebrea che non è stato deportato solo grazie alle moglie ariana e che indaga sui delitti commessi in una città stremata e quasi distrutta. “In quanto ebreo era diventato indesiderato, espulso dalla comunità. All’epoca la sua vita era stata appesa a un filo, e solo grazie a Lisa non era stato deportato in un campo di sterminio.”

Anche il periodo preso in considerazione da Harald Gilbers nella serie è significativo perché parte dal 1944 quando i tedeschi erano consapevoli dell’imminente catastrofica sconfitta e si inoltra, per ora, sino al 1949 di quest’ultimo “Morte tra le macerie” e registra un lustro drammatico, tra la fine di una dittatura e la speranza di un mondo migliore con la difficile convivenza a Berlino delle quattro potenze vincitrici del conflitto, Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Unione Sovietica che stanno per scontrarsi in quella che verrà chiamata “guerra fredda”.

Questo stato di tensione opprimente viene reso perfettamente in questo noir in quanto la capitale tedesca è isolata dai sovietici e viene rifornita soltanto da un ponte aereo che riuscì a fornire alla città cibo, acqua. medicinali, carbone le scorte più necessarie per ben 425 giorni, dimostrando la volontà occidentale di opporsi al disegno di Stalin di annettersi la città, completamente circondata dal territorio della zona di influenza sovietica, poi istituzionalizzata come Germania dell’Est.

In questo contesto storico agisce il commissario Richard Oppenheimer, provato dalle vicissitudini della vita ma empatico con i colleghi e con le vittime e che ricorda alla lontana certi atteggiamenti del commissario Maigret, con i dovuti distinguo:

Guardò la collega negli occhi. “Lei è ancora all’inizio della carriera, c’è una cosa che dovrebbe imparare il più velocemente possibile: a non estenuarsi. Stiamo parlando di adulti, che prendono autonomamente le loro decisioni. Quanto a noi, se siamo fortunati magari riusciamo a evitare che le persone in questione sprofondino ancora di più nella merda. Mi perdoni l’espressione colorita, ma è così. E sarebbe già molto ottenere questo risultato.”

La signorina Murr serrò le labbra in una linea sottile, mentre rifletteva sulle parole di Oppenheimer.

“non sta a noi giudicare una persona come Anna.” proseguì lui. “le cose stanno come stanno. Da quanto ho capito, ha incontrato la compagnia sbagliata, e temo che la sua situazione sia legata alla banda a cui stiamo dando la caccia.”

Durante i lavori per rimuovere le macerie dalle strade di Berlino un operaio rinviene il cadavere di un uomo sconosciuto ucciso a colpi di pistola ma quando la polizia arriva a fare i rilievi del caso si accorge che sotto il corpo giacciono altri due cadaveri.

Durante le indagini per conoscere l’identità degli assassinati Oppenheimer scopre che tutti hanno avuto contatti con una banda di giovani criminali che indossa dei fazzoletti gialli, guidata dallo sfuggente Jo, boss spietato e ambizioso cresciuto nell’ammirazione dei gangster americani che aveva visto al cinema: “Andavamo sempre al cinema, guardavamo ogni nuovo film di gangster che usciva. In pratica andavamo a scuola. Jo voleva fondare una banda proprio come avevano fatto i re del crimine americani. Però non aveva intenzione di farsi prendere. Si riteneva particolarmente furbo e diceva che dovevamo imparare dagli errori dei criminali che vedevamo sullo schermo.”

E in effetti Jo è particolarmente scaltro e la caccia di Oppenheimer ai componenti della banda dei fazzoletti gialli diventa ardua, dovendo muoversi talvolta in bicicletta con temperature glaciali e in una città che per qualche ora al giorno resta senza energia elettrica.

Nel corso dell’indagine il commissario frequenta anche l’ambiente cinematografico che tenta di ripartire dopo la catastrofe bellica e fa luce su tanti traffici illeciti che la particolare situazione di una città divisa in quattro settori, dove si respira miseria e disperazione, rendono sempre più frequenti.

Con “Morte tra le macerie” Harald Gilbers continua il suo percorso narrativo che coniuga thriller, vicende personali dei protagonisti e ambientazione storica per approfondire uno dei periodi più tragici del Novecento, mettendo in luce un personaggio molto riuscito come Richard Oppenheimer, ligio al dovere ma umanissimo anche nelle più difficili decisioni che l’inchiesta gli prospetterà.

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Harald Gilbers


(Monaco di Baviera, 1969) ha studiato letteratura inglese e storia moderna e contemporanea. Prima di diventare regista teatrale, ha lavorato come giornalista delle pagine culturali e per la televisione. I suoi gialli sono tradotti in francese, polacco, danese e giapponese. Il primo romanzo della serie dell’ex commissario Oppenheimer, Berlino 1944. Caccia all’assassino tra le macerie (pubblicato da Emons nel 2016), ha vinto il Glauser Preis 2014, uno dei più importanti riconoscimenti per i gialli in Germania, mentre il secondo romanzo, I Figli di Odino, ha ottenuto in Francia il Prix Historia 2016