Zombie Revival




Sinossi. Ritrovarsi alla rimpatriata del liceo a vent’anni dal primo giorno di scuola può essere un incubo, soprattutto visto che siamo in piena pandemia. Rebecca, copy, sceneggiatrice di fumetti e scrittrice di romanzi steampunk sotto pseudonimo, non ha un bel ricordo delle scuole superiori, a parte la sua migliore amica Anna e la cotta, mai superata, per Ludovico Giai Merlin, rampollo ripetente dal fascino magnetico. È proprio lui ad aver rintracciato gli ex compagni di classe a uno a uno e ad aver organizzato una cena a casa sua: come dirgli di no? Tra figuracce, battute discutibili, gatti redivivi, rivalse adolescenziali e sentimenti che tornano a galla, Rebecca scoprirà che certi Rubiconi meritano di essere superati, che il film horror hanno sempre qualcosa da insegnare e che uscire dalla propria bolla può riservare delle sorprese… purché si riesca a sopravvivere a un attacco zombie!

 ZOMBIE REVIVAL

di Francesca Mogavero

Nero Press 2023

Ga Ba ( Traduttore )

Horror, pag.47

 Recensione di Alessio Balzaretti

Come potrei iniziare questa recensione senza fare un accenno alla generazione dei Millennials?
Quasi impossibile, perchè è negli anni 80 che il genere horror, in tutte le sue forme, diventa popolare ed entra nelle nostre case insieme a tutto il resto.

Film, telefilm, romanzi, fumetti. Quello che fino al decennio precedente veniva chiuso nella cerchia del proibito, ad un certo punto lo ritroviamo dopo un telegiornale in prima serata, accanto all’ultima edizione de I Promessi Sposi, o mescolato ai giornaletti di Topolino.

Autori iconici come Stephen King, che fino a poco prima vivevano quasi da emarginati, insinuano nella mente dei ragazzi degli anni ottanta, un tarlo tanto spaventoso quanto affascinante: la paura.

E al tempo stesso rendono quei ragazzi protagonisti di storie quasi realistiche. Leggende e maledizioni prendono corpo nella quotidianità e la loro coraggiosa incoscienza si scontra con il pragmatismo di assassini senza scrupoli, di incubi senza fine è di virus mortali, dove non sempre vince il bene.

Questa è la grande scommessa degli autori dell’orrore: rendere appagante e soddisfacente una storia che non ha un lieto fine convenzionale.

È quello uno dei momenti in cui la società si rende conto di quanto sia attrattivo il male per quei giovani che rappresenteranno il futuro: i Millennias, appunto.

Francesca Mogavero è una di loro che, come molti autori contemporanei, ha saputo esplorare questo genere superando il confine di un territorio che non è riservato ai vivi.

Si, perchè qual’è il luogo originario del male se non l’aldilà da dove vengono i non morti?

Ecco dunque i messaggeri del terrore per eccellenza: gli zombie.

Zombie Revival è un romanzo breve in cui la quotidianità di un gruppo di ex compagni di scuola, si fonde quasi naturalmente con un’improvvisa epidemia che si è diffusa durante una rimpatriata tra vecchi amici, alla cui origine vi è una seduta spiritica mal riuscita.

Rebecca, la protagonista, è un personaggio che fonde sarcasmo e crudo realismo, sentimenti celati nel passato e prontezza di azione nel drammatico presente.

Lei racconta, fino all’ultimo, tutto quello che l’ha portata a vivere una vita soddisfacente ma orfana di tante cose che, fin dai tempi della scuola, potevano andare diversamente.

Amori, amicizie, emozioni dimenticate che davanti al suo scetticismo tornano vivide nel giro di pochi minuti, esattamente come il gatto della casa che ospita il gruppo di ex compagni, morto giorni prima e magicamente rinato quantomai affamato.

Sembra tutto così paradossale e al tempo stesso divertente, anche se quello che appare come uno scherzo del destino si tramuta presto in un incubo da cui difendersi.

Fuori dalla casa di Ludovico c’è qualcosa che si muove. Occhi, mani, braccia, ombre umane senza vita che sentono l’odore del sangue.

Se il gruppo di amici non saprà proteggersi, le speranze di sopravvivenza saranno nulle e allora, tra Rebecca e Ludovico, succederà l’inimmaginabile, proprio nel momento in cui il futuro, così come se lo immaginavano, non esisterà più.

La scrittura di Francesca scorre veloce e limpida, senza lasciare nulla in sospeso e, come spesso succede negli horror anni 80, portandosi dietro tanta ironia e sarcasmo, come se questo servisse ad esorcizzare anche la morte alle porte.

Quello che mi ha colpito è stata la naturalezza con cui, i protagonisti del romanzo, hanno attraversato il confine tra la normalità e la tragedia imminente, sentendosi padroni di poter percorrere la strada verso la morte, anche in senso contrario.

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Francesca Mogavero


è nata e cresciuta a Torino, ma è di origine lucana e siciliana – se andiamo ancora più indietro, nel suo sangue si scontrano e si conciliano greci, normanni, arabi e rumeni, sarà per questo che ama viaggiare e all’università ha scelto lettere antiche. È nata il 3 luglio 1986 in un pomeriggio di grandine, quindici anni esatti dopo la morte di Jim Morrison. Le sue elucubrazioni non si trovano stampate sulle magliette né sui biglietti dei cioccolatini e non fuma perché è asmatica, preferisce il vino rosso; però, come il Re Lucertola… anzi, come una lucertola e basta, corre veloce, ha una pelle che col sole va d’accordo e se perde la coda dopo ricresce più forte. Un dinosauro di quasi un metro e ottanta, insomma. È un’editrice indipendente, ha lavorato come libraia part-time, scrive recensioni e racconti, offre servizi editoriali e una volta alla settimana parla di lettura, scrittura ed eventi letterari su Radio G.R.P. Appena può va a Londra e ai concerti, oppure si rifugia tra gatti, remainder e colline, ascoltando dischi e guardando film e qualche partita in ottima compagnia. Nel 2021-2022 ha vinto una borsa di studio per la Scuola Annuale di Scrittura Belleville (Milano).