Nel giardino dei fiori




A cura di Olga Gnecchi


Autore: Andrea Costantini

Editore: Echos Edizioni

Genere: Horror

Pagine: 150

Anno di pubblicazione: 2017

Sinossi. I personaggi di questi racconti ci provano a vivere una vita normale, fanno di tutto per essere felici. Ma il male fiorisce e questo libro è un giardino, dove puoi trovare fiori che sbocciano malati. Dove puoi sentire le loro radici rimescolare dentro gli abissi oscuri nascosti in ognuno di noi…

RECENSIONE.

Devo dire che sono davvero lieta di presentare la raccolta di questo autore al suo esordio letterario. Considero un onore la possibilità che mi ha concesso di leggere questi sei racconti, per recensirli qui.

Parto subito col dire che per stile, trame e significati, i racconti meritano di essere letti. È un tipo di orrore psicologico cui non si può restare indifferenti, quello di Andrea Costantini. Ho letto svariati racconti di autori emergenti, cogliendo il desiderio di rifarsi a scrittori del passato, riprendendone stile, tecnica, linguaggio, perfino tematiche. Costantini invece ci mostra un mondo ben diverso. L’intento non è quello di stupire, sfidando la penna dei grandi del passato, ma quello di mostrare (con grande talento! lasciatemelo dire) ciò che è l’essere umano, ciò che è davvero. Il mio intento, invece, non è quello di lodare l’autore (non si smette mai di imparare, uno stile unico e inconfondibile è difficile da raggiungere, anche se non impossibile), bensì di riconoscere e consigliare quello che è un ottimo lavoro.

Sei racconti, dicevo. Il primo, “Questione di concime”, resta l’unico ad avere un carattere classico, quasi anello debole della catena rispetto agli altri, a mio parere. Però raccoglie il significato del titolo, fa da apripista per ciò che verrà dopo e permette al lettore di capire quella che sarà l’ambientazione delle storie: Leggiuno, località turistica posta sulle rive del Lago Maggiore, in provincia di Varese in Lombardia.

“I cattivi pensieri di Mino” mi ha molto ricordato, per certi versi, alcuni racconti di Haruki Murakami. Sarà stato per il bambino/gatto presente nel racconto o per la descrizione del personaggio principale, non saprei. Ad ogni modo, la storia si evolve in modo bizzarro e particolare. Bizzarria e particolarità che tuttavia non si discostano da ciò che un uomo sarebbe disposto a fare, nel caso in cui si ritrovasse a vivere e subire come il protagonista Mino. La caratterizzazione del personaggio, qui, è molto ben riuscita.

A seguire, troviamo “Effetto bella di notte”, uno dei più particolari della raccolta. Impossibile restare indifferenti di fronte alla capacità dell’essere umano di portare morte e distruzione, semmai gli fosse concessa la possibilità di potersi liberare da ogni inibizione per pochi minuti. È il racconto che ho preferito, uno di quelli che lasciano qualcosa, a cui si continua a pensare anche dopo parecchio tempo e che fa riflettere.

“Il riflesso” è un racconto disturbante. Il tema della malattia è il fulcro della storia, anche qui i personaggi sono ben caratterizzati, così come la storia è d’impatto e provoca un senso di sconforto per il finale.

In “Amori perduti” ritorna la questione dell’amore tra uomo e donna, dell’ossessione che da esso scaturisce e di come spesso porti alla follia.

“Contratto a tempo indeterminato” è il più breve della raccolta, posto a chiusura, anche questo con un significato molto profondo e inquietante.

E se…?

Inizia sempre così la domanda da cui si inizia a elaborare una storia. Al posto dei puntini di sospensione è chiaro quali siano state le parole dell’autore per completare le domande, ben intuibili al lettore che volesse leggere questo libro. Le risposte sono tutte ne “Il giardino dei fiori che uccidono”. Quesiti semplici, risposte più che esaustive.

Altre domande sono quelle che ho posto ad Andrea Costantini per saperne di più.

INTERVISTA


Ciao Andrea, benvenuto a ThrillerNord! Parlaci di te e di come nasce la tua passione per la scrittura.

Ciao a voi! Innanzi tutto grazie di aver utilizzato il vostro tempo per leggere la mia raccolta di racconti e dello spazio che mi concedete sul vostro sito, ho apprezzato davvero molto. Cosa posso dire di me? Mi chiamo Andrea Costantini, ho 36 anni e vivo in un paesino sul Lago Maggiore, in provincia di Varese. Vivo con mia moglie, una figlia di quasi quattro anni e due bellissimi gatti. La mia passione per la scrittura è strettamente correlata con il mio amore per la settima arte. Il cinema, da sempre, è stato un elemento fondamentale nella mia vita. Ore e ore spese a guardare film, capolavori del passato di ogni genere e nazione, mi hanno portato a riflettere su quanto sia affascinante costruire una storia dal nulla. Allora mi sono detto “perché non provarci?”. Ho cominciato a buttare giù qualche idea qua e là. Nel corso degli anni le idee si sono accumulate, hanno preso forma e si sono trasformate in racconti. Le ho fatte leggere a mia moglie che mi ha spronato a spedirle e un bel giorno ho ricevuto la bella notizia dalla Echos Edizioni che ha avuto la voglia e la pazienza di leggere le mie idee e, successivamente, di pubblicarle. Di questo non smetterò mai di ringraziare la editor Laura Sestri.

Quali sono i generi che preferisci e quali gli autori che ti hanno maggiormente ispirato?

Il genere che preferisco è l’horror, sia in letteratura che al cinema ma non disdegno anche gli altri generi. Tra gli autori che mi hanno ispirato c’è senza ombra di dubbio il maestro Stephen King. Nutro nei suoi confronti un’ammirazione che rasenta il mistico. Un altro da cui mi piace attingere è Niccolò Ammaniti, un genio non indifferente con uno stile graffiante, acido, diretto ed esagerato che adoro. Questi sono solo un paio di esempi perché se dovessi far l’elenco dei miei idoli scriverei nomi per giorni.

Da dove hai tratto ispirazione per i tuoi racconti? Pensi che ti dedicherai ancora alla forma breve o hai in mente qualcosa di più ampio respiro?

L’idea di base era quella di descrivere l’essere umano come un contenitore di qualcosa di marcio. In tutte le storie della raccolta ci sono segreti pericolosi, persone che nascondo malvagità, violenza recondita insita nell’animo, desiderio di commettere crimini, mostri che si celano dietro la normalità, malattie. L’uomo è una creatura maligna, molto abile a nascondere la sua cattiveria. Anche il titolo della raccolta vorrebbe descrivere questo ovvero la similitudine con un giardino pieno di fiori meravigliosi, colorati e rigogliosi, belli solo all’apparenza ma che in realtà nascondo il veleno e possono uccidere, come e quando vogliono. Se penso di dedicarmi ancora ai racconti? La risposta è sì. Credo che il racconto breve abbia dei punti di forza che mancano in un romanzo. Sono diretti e spesso presentano un bel colpo di scena in grado di ribaltare la situazione. In poche pagine ci si può permettere il lusso di fare un po’ ciò che si vuole, utilizzando stili diversi senza correre il rischio di risultare ridondanti. La reputo un’efficace forma di narrativa. Detto ciò vorrei anche cimentarmi in un romanzo e avrei già qualche idea…

Le storie che proponi nella raccolta “Nel giardino dei fiori che uccidono” portano a riflettere sulle relazioni, sulla vita quotidiana, su ciò che siamo. C’è un messaggio ben preciso che vorresti arrivasse ai lettori?

Quello che vorrei che la gente percepisse dai miei racconti è che l’orrore si può nascondere ovunque, soprattutto dove si pensa che non ci sia. Nel vicino di casa, nella persona che ti dorme accanto, nella cordiale signora che saluti in farmacia o al supermercato. Il Male è radicato nell’essere umano. Basta ascoltare un telegiornale per rendersi conto che i mostri esistono davvero.

Progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Al momento sto lavorando a un’altra raccolta di racconti, sempre di genere horror e affini con un filo conduttore ben preciso, qualcosa che se descritto nella maniera giusta potrebbe far accapponare la pelle. Alcune storie sono già pronte e altre le sto plasmando in testa. Spero di riuscire a collaborare di nuovo con la Echos anche per il mio prossimo lavoro, vista la loro professionalità.

Attendo le tue prossime opere e mi auguro che in molti leggano la tua raccolta, perché sono racconti che meritano. Ma adesso ti lascio con la domanda di rito, per noi di ThrillerNord: hai letto o vorresti leggere autori di thriller del nord Europa?

Grazie davvero per i complimenti! Sarà mia premura informarvi in caso di future uscite. Per rispondere alla vostra domanda, purtroppo sono un po’ carente sugli autori del nord Europa e sicuramente vorrei approfondire. Ho letto la Millennium saga di Stieg Larsson e alcune opere di John Ajvide Lindqvist, come il bellissimo “Lasciami entrare” e “Il porto degli spiriti”. Vorrei buttarmi su Jo Nesbø, me ne parlano tutti molto bene. Ovviamente si accettano consigli da voi esperti!

Andrea Costantini

Andrea Costantini


Trentacinque anni, vive a Besozzo, un paesino in provincia di Varese a due passi dalle magiche rive del Lago Maggiore. Grande appassionato di cinema, dal 2014 gestisce il blog CinePaura – Orrore in pillole, una guida al cinema di genere con schede dei film, foto, commenti e curiosità. La passione per l’horror non si ferma al cinema e lo porta a scrivere “Nel giardino dei fiori che uccidono”, il suo primo libro.