Inauguriamo oggi una nuova rubrica : “Recensioni a confronto “.
Non abbiamo mai preteso di essere critici letterari, ma siamo lettori, forti e compulsivi e ci piace andare oltre la semplice opinione.
Apriamo dunque le danze con due punti di vista differenti del nuovo romanzo di Donato Carrisi, ” La casa dei ricordi”, quelli di Loredana Cescutti e Silvana Meloni .
A dimostrazione del fatto che le stesse parole sortiscono effetti differenti e, in ogni storia raccontata, la visuale cambia, com’è giusto che sia, per esperienze, gusti e momento.
Buona lettura, con la speranza che questa nuova sezione susciti curiosità e discussioni costruttive.
Fiorella
La casa senza ricordi
Autore: Donato Carrisi
Editore: Longanesi
Genere: noir thriller psicologico
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.
Recensione di Silvana Meloni | Recensione di Loredana Cescutti
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Ho letto di Carrisi Il suggeritore, L’ipotesi del male e La ragazza nella nebbia, l’ho apprezzato in questi romanzi e ho affrontato la lettura di quest’ultimo con discrete aspettative. Aspettative che purtroppo sono state in parte frustrate. Non vorrei esser fraintesa, il romanzo ha come punto di forza l’indiscutibile professionalità dell’autore, un’ambientazione perfetta per la storia raccontata e quasi cucita addosso al protagonista il dott. Gerber, inquietanti colpi di scena, nonché una scrittura scorrevole e letteraria, a tratti perfino lirica. | Non c’è niente di peggio di una storia senza un finale, come se ti avessero strappato le ultime pagine di un libro che hai letto avidamente fin quasi in fondo, salvo poi ritrovarti con un pugno di mosche in mano e tantissima rabbia perché non ne potrai conoscere la conclusione ma, è anche vero che quando ti trovi davanti ad una storia, devi innanzitutto saperla ascoltare da tutte le angolazioni. Saper cogliere ogni sfumatura che arricchisca il racconto stesso. Fra bugie e verità. Essere in grado di scindere fra informazioni importanti e sciocchezze. |
Tuttavia è un thriller noir, genere in cui la chiarezza della trama, a mio avviso, è fondamentale. Non solo, ma ritengo importantissimo, quando nel romanzo sono trattati aspetti giuridici e procedurali, che non venga dato spazio all’approssimazione, ma che vengano inquadrati come sono effettivamente nella realtà, senza nulla dover togliere al romanzato. Purtroppo, e mi spiace doverlo rilevare per un autore che possiede competenze nel settore, in questa narrazione la trama si perde nell’intreccio e manca la precisione nel trattare alcuni di questi aspetti. |
Fra ciò che crediamo reale e ciò che si camuffa rivestendosi con il mantello della realtà. |
Neanche alla fine ho visto riprendere i molti interrogativi che si aprono durante le quattrocento pagine di racconto. Non posso dire altro, perché correrei il rischio di svelare colpi di scena importanti.Fatta questa doverosa precisazione, voglio però tornare ai punti di forza del libro. Ho trovato originale e bella l’apertura: un verbale degli inquirenti che racconta il fatto di cronaca dal quale prende le mosse il romanzo. Il personaggio principale, lo psicologo infantile, è delineato in maniera magistrale con le tutte sue debolezze e, al contrario, la forza nel voler assolvere il suo ruolo professionale oltre la routine, nell’interesse esclusivo dei suoi piccoli pazienti e della giustizia. Ho apprezzato la finestra che il romanzo apre sul mondo della psicologia infantile, molto più complicato di quanto gli adulti possano immaginare, una voce che esige ascolto e comprensione. Due parole finali sull’ambientazione: una Firenze gotica, che non nasconde i suoi tesori artistici ma si veste di nebbia e diventa cupa e ostile in sintonia con l’evolversi drammatico del racconto. |
Una storia che ci lascia inermi, ci toglie ogni certezza e ci fa percepire l’essenza stessa del male. Gerber quelle ferite e quei vuoti li vuole guarire a ogni costo, il problema è che fra quelle cicatrici, non riesce a scindere le sue da quelle degli altri e, via via che inizierà a sprofondare, comincerà a vedere sempre meno ciò che si sta muovendo attorno a sé. Con una scrittura ancora una volta seduttrice, con uno stile affascinante e irresistibile, con la consueta abilità nel raccontare, che di Carrisi è cosa oramai nota a tutti, ancora una volta veniamo guidati per mano dello scrittore nel limbo della mente umana, sentendoci in dovere di aiutare l’addormentatore di bambini nel riuscire a riportare in superficie le coscienze di povere anime indifese. Come il serpente a sonagli, ipnotizzato dal suono del flauto esce dalla sua tana in modo sensuale e apparentemente innocuo, allo stesso modo la storia di Carrisi uscirà dalle pagine del suo libro e inizierà a raccontarsi, a parlare di sé e dei suoi personaggi, mantenendo sempre ben saldo il controllo della situazione. L’affabulatore Carrisi, perché secondo me è proprio così che andrebbe definito, ti trascina sempre più in profondità, ti acchiappa la coscienza, ne prende il controllo e ti conduce in uno stato di parziale trance, con l’intento di farti arrivare lì, dove lui vuole, nei meandri della tua mente, della tua volontà, per poi assumerne il controllo e fare di te ciò che vorrà. Parole che scorrono, ma anche una trama e un tema che ti coinvolgono e ti stravolgono, perché inducono nel tuo cervello il seme del dubbio, un senso di irrealtà o almeno, questo è ciò che tu lettore ti ritroverai a sperare perché se fosse invece il vero, allora noi tutti dovremmo averne una grande paura. Se fosse vero, sarebbe terribile. Se fosse vero, un nemico invisibile che agisce alla luce del sole potrebbe colpire ognuno di noi. Ovviamente, non si può scordare Firenze, protagonista e testimone di questa storia incredibile, che finisce per collocarsi al centro, come una spettatrice muta, sorda ma decisamente presente a sé stessa, che non si lascerà abbindolare da nessuno bensì, manterrà un suo equilibrio e rimarrà l’unica certezza all’interno di questo caos apparente. Ebbene, se siete disposti ad entrare dentro questo romanzo, con le difese abbassate, pronti a ricevere qualsiasi cosa ve ne verrà in cambio, anche a rischio stesso della vostra coscienza e della vostra vita, allora questo è il libro che fa per voi. Buona lettura! |
Donato Carrisi
è nato nel 1973 a Martina Franca e vive fra Roma e Milano. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. Scrittore, regista e sceneggiatore di serie televisive e per il cinema, è una firma del Corriere della Sera. È l’autore dei romanzi di grande successo anche internazionale (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, La ragazza nella nebbia – dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente –, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto – da cui ha tratto il film omonimo – , Il gioco del suggeritore e La casa delle voci. Ha vinto prestigiosi premi in Italia e all’estero come il PrixPolar e il Prix Livre de Poche in Francia e il Premio Bancarella in Italia. I suoi romanzi, tradotti in più di 30 lingue, hanno venduto milioni di copie.
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